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JESI, 12mo. 1595. I cinque libri delle Odi di Orazio Flacco, dette in Canzoni, Sestine, Ballate, e Madrigali, da Giovanni Giorgini.

"E' libro molto raro." Bibl. Ital. p. 119. Respecting the extreme rarity of this volume, Haym, Fournier, and others are unanimous; it is undoubtedly of very rare occurrence.

VENEZ. 4to. 1605. Odi diverse di Orazio volgarizzate da alcuni nobilissimi ingegni, e raccolte da Gio. Narducci.

"I volgarizzatori sono i seguenti XII. cioè, Messandro Cos"tanzo, Annibal Caro, Cosmo Morelli, Curzio Gonzaga, Do"menico Veniero, Francesco Peranda, Francesco Cristiani, Giangiorgio Trissino, Giulio Cavalcanti, Marcantonio Tilesio, "Sertorio Quattromani, e Tiberio Tarsia. Libro rarissimo." Haym, v. ii. p. 216-17.

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NAPOLI, 4to. 1610. La Poetica, trad. in ottava rima da Scipione Ponzo, con la sposizione de' luoghi più oscuri.

ROMA, 8vo. 1630.

VENEZ. 12mo. 1663.

La medesima, trad. Da Lodovico
Leporeo.

La medesima, trad. puramente in

verso sciolto da P. Abriani.

FIRENZ. 12mo. 1672. I Quattro Libri delle Poesie Liriche d'Orazio, parafrasi di Federigo Nomi.

FIRENZ. 12mo. 1675. (Il Libro degli Epodi di Orazio Flacco Venosino) trasportato in toscana favella da Federigo Nomi.

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"A' quattro libri precede una Canzone, con cui il traduttore "dedica a Sua Altezza (Gr. Duca di Tosc.) la presente fa"tica, e le raccommanda se stesso; indi un Sonetto allo stesso "Gr. Duca. Parlando poi all' Amico Lettore, rende ragione "il traduttore dell' aver posto in fronte di ciascuna Ode il nome di qualche Personagio per chiarezza di sangue e di ❝erudizione illustrissimo (il nome de' quali tutti per alfabeto si legge dopo la lettera al lettore,) civè per compensare, dic' egli, quanto ho sminuito di nobilità ad Orazio col tradurre i "suoi versi per mancanza in me di talenti. Quanto alla ver"sione, soggiugne dappoi, ho cercato d'essere più che ho po"tuto fedele, seguitando l'esposizione de' migliori. Ogni ode "ha alla testa l'argomento. Anche agli Epodj dopo l'indice "de' nomi di quelli, a' quagli ogni ode è diretta, precede un "sonetto, e questo è al Sereniss. Principe Franc. Maria di Toscana, e ad essi segue il Carmen Sæculare. Le approva

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"zioni nel fine per quelli sono del 1670. e 1671. per questi del "1674. e 1675. Due cose mi credo in debito di aggiugnere "alla relazione di questo volgarizzamento. La prima che "l'edizione degli epodi è dell' ultima rarita, di maniera che non ne trovo menzione nè nel Quadrio, che riferisce solamente "la traduzione de' quattro libri, aggiugnendo del volgarizzator "Nomi, che fu Pievano d'Anghiari sua patria, e che morì nel "fine del 1705. nè nell' Argellati, se non sulla fede del Bis"cioni. Nel Fabrizio però Bibl. Lat. pag. 294. la trovo ac"cennata. La seconda cosa che deggio avvertire si è, che con "errore palmare nella Capponiana è registrandosi l'edizione "de' quattro libri sopracitata, vien detta Parafrasi ec. di "diversi col soggiugnervisi: i nomi degli Autori della Para"frasi, i quali sono molti, si leggono in una tavola a principio: "poichè questa tavola, come per noi si è detto, contiene i "nomi di quelli, a' quali sono indirizzate le odi; e la parafrasi "è tutto del solo Nomi. Ivi un secondo errore si commette "chiamandosi in 16. questa istessa edizione, quando è certa"mente in 12." Paitoni, Biblioteca. tom. iii. "Rarissimo." Haym, v. ii. p. 217. VENEZIA, 12mo. 1675. Delle Seconde Liriche. Parafrasi di D. Francesco Antonio Cappone Accademico Chioso sopra l'Ode contenute ne' quattro libri, e negli Epodi di Q. Orazio Flacco. Parte prima.

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p. 24-5.

"Si chiamano seconde queste parafrasi relativamente alle "parafrasi d'Anacreonte ec. della quali si è parlato nel t. i. pag. 52. che si sono considerare per prime: ma della se"conda parte, chiamata certamente da questa prima, io non so renderne conto. Forse non si è mai veduta. Verso il "fine della lunga dedicatoria, in lode del Carofa, di Napoli "20. Agosto 1674. il Cappone chiama queste sue Liriche Pa❝rafrasi, immagini dell' Ode di Flacco. Parlando poi a chi "legge: Dapoi che ristampati furon', dice, le mie Liriche "Poesie primieramente derivai dalla Grecia nell' Italia l'Au"rota del mio Anacreonte, e poscia feci un rivolo d'Aufido di "Flacco..... La Parafrasi giusta 'l parere di Quintiliano, e

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d'altri è una interpretazione, a cui s'aggiugne alcuna cosa "più di quel che s'interpreta; la onde tra per l'interpreta"zione, e per lo gareggiamento circa i medesimi sentimenti è "malagevole impresa, non è miga 'l rattacconar le ciabatto al"trui; è faccenda huomo, cui diè faver lungo studio; e tutto 'genio natura nel poetare; e non da chi scriva a stento con "mezzanità d'ingegno poco erudito togliendo di quà di là gli spiriti di gli altrui componimenti per animarne le sue com"posizioni..... Finisco, e protestando dico, che quanto alle "parafrasi d' intorno all' ode d'Anacreonte, ch' ormai finisce

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un Lustro, che stampate furono: uno spontaneo parer d'amico non infinto significatomi sopra due, o tre canzonetti d'esse, "che primogenite della mia penna pellegrinavan dentro al libro "delle mie Liriche Poesie all' opera intiera, come nuova in"venzione da gli altri fin 'hora non occupata, mi fù sprone. "Quando poi immediatamente dopo quelle, queste poche composi sopra l'ode di Flacco, intesi continuar con esse la mia prima Lirica parafrasi Italiana stessa, ed evitando per quanto "mi fù possibile gl' incontri del fiume Acidalio, valli solamente "cava dalla Serpe delle Poesie de' Gentili un Christiano anti"doto di giovar con diletto a' Fedeli. .... In somma per uso,

e non per abuso hò scritto, e per mio dicevol sollazzo, come "dissi; che altramente, in quella guisa, che molti anni adietro "tutto le Veneri delle amorose mie composizione in vece di "darle alla luce della stampa, alla luce del fuoco come spose "di Vulcano condennai; così queste al presente, meglio del "torchio, c' havrio potuto incenderle, che del torchio, che di"anzi l'impresse altresì degne stimato havrei.' Ogni ode ha "dirincontro il testo Latino, ed il suo tema, e nel fine v'è "l'Indice delle ode tanto in Latino, quanto in Italiano secondo "i libri, donde sono estratti, non essendo questa che la para"frasi di alcune de' quattro libri, e di due degli Epodi." Paitoni, Bibl. tom. iii. pag. 25.

RIETI, 8vo. 1679; e BOLOGNA, 1681, in 12; e 1682, in 8. Metamorfosi Lirica d'Horatio parafrasato, e moralizzato da Loreto Mattei..

"Di questa prima edizione di questa parafrasi delle ode di "Orazio fatta dal Mattei, ho veduto l'esemplare nella Zeniana. "Precede dedicatoria del Mattei in prosa, e poi un' ode che "serve d'altra dedicazione dell' opra alla stessa imperatrice. "L'autore a chi legge, dopo la ode suddetta, dà conto di "questa nuova Metamorfosi Lirica di forma Historica di Ma"teria, anzi pur tutta Poetica, niente però favolosa se già non "volesse dirsi favola insieme ed Allegoria di sè stessa ; mentre "la penna che la descrive è la medesima che la cagiona. In "essa non si mutano la Natura: ma si variano gl' Idiomi, e "non si cangiano forme di corpi; ma frasi à i concetti. In "somma non si annovera frà le Trasformazioni d'Ovidio, che "non ne fu l'autore; mà si pratica sopra l'Opere d'Horatio, "che n'è il soggetto..... In tutt' altre sue Odi ed Epodi io "tel farò comparire trasformato: di Latino in Toscano, di li"centioso in pudico, d'Epicureo in Morale, e d' astruso, che "forse è per molti, in chiaro, e dilucidato per tutti. Indi segue "a mostrare la difficoltà di una Parafrasi Poetica da un Idi"oma all' altro, .... massime se la versione si fa d'autore insigne, e da linguaggio più nobile, e più copioso. .... L'im

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"pulso, soggiugne dopoi, più efficace a rendermi indispensabile "questa editione è stato il Clementissimo Imperial compiaci"mento dell' Augustissima Imperatrice, con il quale non hà "sdegnato d'onorar un saggio di questa mia fatiga, fattole ar"rivar sotto l'occhio dal Sig. Conte Agostino Fontani Auditore "dell' Altezza di Parma in Piacenza. E sul fine tortando a "parlare della difficoltà di questa sua opera, cioè come i chi"mici, di separar il puro dall' impuro: non solo: dice, tutti i "luoghi, dove si tocchino ascenità, ho convertiti in sensi mo“rali: ma tutti altri soggetti ancora poco honesti ho ridotti ❝ dentro i limiti della modestia....lasciando solo quelle poche "odi, che son tutte ripiene dal capo al piè di materia vitiosa. Ogni ode ha di rincontro il testo latino col suo tema. Altre "le Liriche de' quattro libri, e degli epodi, c' è anche il Carme "Secolare. Termina il volume con un sonetto col titolo: "l'autore alla sua opera nel licentiarla per andarsi a presentare "al piè dell' Augustissima Imperatrice." Paitoni, Bibl. t. iii. p. 26.

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VENEZ. 12mo. 1680. L'Ode d'Orazio con simil ordine di metro, e egual numero di sillabe, e sovenite minore, da Paolo Abriani puramente tradotte, con la ristampa della Poetica, ec.

"La traduzione è in verso ora rimato, ora sciolto." Haym, v. ii. p. 217.

BOLOGN. 8vo. 1686. La Poetica tradotta, e parafrasata da Loreto Mattei.

FERRAR. 4to. 1698. La Medesima parafrasi ridotta in versi Italiani (in terza rima) per Giulio Cesare Grazzini. "II Cinelli la disse universalmente lodata, e stimata."Haym, v. ii. p. 218.

Nella Stamp. di S. Benedetto di Pollirone. 12mo. 1698. La Medesima tradotta in verso sciolto da Gio. Batista Vacondi.

SIENA, 8vo. 1714. La Medesima Volgarizzata (in verso sciolto) da Pandolfo Spannocchi (il vecchio) con la giunta del Rapimento di Proserpina di Claudiano trad. da M. Antonio Cinuzzi.

NAPOLI, 8vo. 1714. La Medesima tradotta da Sertorio Quattromani.

VENEZ. 12mo. 1717. Concerto Lirico sulle note di Orazio tradotto da Francesco Borgianelli Forlivese.

“Di questa edizione non mi capitò mai sotto gli occhi esem

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plare alcuno. La trovo bensi citata dal Quadrio l. c. (vol. ii. pag. 395.) negli scrittori d'Italia vol. ii. P. iii. pag. 1755. "dove soggiugnesi essere questo il volgarizzamento de' IV. "libri delle odi, e queglo degli epodi in verso di vario metro... "illustrato d' annotazioni....col testo di Latino di rincontro, "e col ritratto dell' Autore assai giovane in principio." Paitoni, Biblioteca. tom. iii. p. 21. E col titolo: Le Opere di Q. Orazio Flacco, ec. Venezia, 1736, in 8. Il contiene sono i quattro libri delle Ode, e gli Epodi.

MILAN. 8vo. 1726. Volgarizzamento dell' Arte Poetica, o sia della Pistola di Q. Orazio Flacco ec. opera del Conte Giampaolo della Torre di Rezzonico ec.

"E' traduzione in prosa. Le note Sono assai buone."Haym, v. ii. p. 218.

VENEZ. 8vo. 1726. La medesima trasportata in versi sciolti ec. da Benedetto Pasqualigo.

ASCOLI, 8vo. 1730; e VENEZIA, 1734, 1737, e 1739. I Sermoni di Orazio tradotti (in terza rima) dal Dottore Francesco Borgianelli.

"Il traduttore ha già date pruove bastevoli della sua abilità "e bella maniera di esprimere in metro Italiano i sentimenti di "Orazio colla publicazione delle Pistole di già stampate dal "detto Bortoli, e riferite nel tomo del 1734. pag. 250. di queste "letterarie Novelle. Qualunque nostra induzione per dino"tarne ora qui il merito sarebbe per avventura o soperchia o "meno autorevole, dopo che gl'illustri e dotti Soprantendenti "alla celebre Raccolta, che si va in Milano stampando, di "tutti gli antichi Poeti Latini colla loro Versione nell' Italiana

favella, hanno giudicato esser cosa più utile e confacenti al "Pubblico l'inserirvi la nuova Traduzione delle Pistole Ora"zione fatta dal Signor Borgianelli, che l'antica lasciataci "dalla penna di Lodovico Dolce. Sebbene in quanto alle Sa"tire, o`sian Sermoni di detto Poeta, abbiamo portata avviso "col foglio No. 12. pag. 90. dell' anno trascorso, essere stati "volgarizzati da Parmindo Ibichense, Pastor Arcade, che "sotto altro nome abbiam riconosciuto essere Francesco Maria Biacca, Sacerdote Parmegiano, poco fà defunto; e la Tra"duzione di questi è stata già inserita nel tomo IX. di quella "lodevole Raccolta: ciò che può dar grato motivo agli eruditi "e curiosi ingegni di far confronto di queste due nuove Ver"sioni, e veder qual dei due Arcadi Pastori abbia meglio col"pito nel segno. Noi lasciando che altri seggiano Giudici, "addurremo qui in mezzo alcuni versi dell' uno e dell' altro ; e saranno questi presi dalla Satira VI. del Libro II. dove

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