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Demetrio: egli è commemorato in un atto di limitazione di confini, stabilito tra il conte d'Istria, il patriarca di Aquileja e la repubblica di Venezia. Quanto vivesse questo vescovo, non si sa: bensì nel 1559 la chiesa pedenate era vacante ed amministravala il prevosto di Pisino, il quale comparve in questa qualità al concilio di Aquileja. GUGLIELMO fu dipoi promosso alla vescovile dignità di Pedena, e vi moriva nel 1345. Nel qual anno medesimo il francescano FR. AMANZIO venivagli sostituito: ed anch' egli in questo stesso anno morì. Gli fu surrogato, nell' anno dopo, il domenicano FR. STANISLAO, altramente nominato Ladislao. In quest'anno stesso intervenne alla consecrazione della chiesa di san Giorgio in Pirano, il dì 24 aprile, ed inoltre nel di medesimo concesse indulgenze alla chiesa di santo Stefano di Montona (1). Pochi anni egli visse; perciocchè a' 21 febbraro 1548 si trova promosso a questo vescovato DEMETRIO de' Matafori, arcidiacono di Zara sua patria: cinque anni dopo, fu trasferito al vescovato di Nona. E qui venne in sua vece, nello stesso anno 1555, NICOLÒ Cervicense; a cui, due anni dopo, successe PIETRO III, ignorato dall' Ughelli, e sfuggito d'occhio anche al Kandler. Di lui abbiamo notizia da un documento del di 20 aprile 1355, per cui, in qualità di legato apostolico, insieme con Bartolomeo vescovo di Traù, concedeva cinquanta giorni d'indulgenza alla confraternita di san Giambattista de' flagellanti, di Pirano (2). Poi, nel 1574, troviamo LORENZO II, il quale, in qualità di vicario, resse per alcun tempo la chiesa tergestina. Consecrò nel 1377, addi 12 aprile, l'altare di sant'Ilario a Capodistria (5). Sotto l'anno 1589 ci si offre memoria del Vescovo FR. PAOLO de' conti di Urbino, francescano, il quale fu assistente alla consecrazione della chiesa di san Francesco in Muggia, siccome ci assicura l'iscrizione collocatavi, la quale io recai nel narrare le vicende della chiesa triestina (4). Le schede inedite del Coleti ci mostrano vescovo di Pedena, nel 1590, un fr. Enrico II, nè vi si dice di più. Nell'anno 1594, addi 14 febbraro, veniva promosso a questa sede FR. ANDREA Bono, da Caorle, il quale due anni dopo fu trasferito al vescovato Ágenense nelle isole di Candia. E qui, nell'anno stesso, venivagli sostituito l'agostiniano

(1) Ved. il Contarini, De episcopis ex ordine praedicator.ad Istr. eccl. assumpt., pag. 91, ove ne porta anche il documento. (2) Ved. il Coleti, luog. cit.

(3) Ne porta il documento il Coleti, tra le sue schede inedite.

(4) La registrò nelle sue schede ined. anche il Coleti, luog. cit., cart. 288.

FR. ENRICO III, de Wildenstein, già vescovo di Trieste, traslatato a questa chiesa dal papa Bonifazio IX, per le lagnanze del capitolo e del clero triestino, che l'accusavano di prodigalità: ne morì di crepacuore. Gli venne dietro, nel 1597, l'agostiniano FB. PAOLO II de Nostero, stiriano: egli, coi vescovi di Nona e di Emonia, consecrò gli altari nella chiesa di santa Maria de'servi in Venezia (1), il dì 9 dicembre 1414. GIOVANNI gli successe, il quale mori nel 1417: a cui, nel 1448, venne dietro l'agostiniano FR. GREGORIO, di Carintia. Era vescovo eletto di Pedena, nel 1450, un altro agostiniano FB. PAOLO III, ignoto all'Ughelli ed agli altri, che scrissero di questa chiesa. Di lui si ha notizia per una carta dell'archivio di Fiume, alla quale egli, col prete Ambrosio arcidiacono di Fiume, trovasi presente. Poi nel 1454 si ha notizia della morte del vescovo NICOLÒ II, commemorato dal Kandler sotto l'anno 1427.

Successore di Nicolò II, nell' anno stesso della morte di lui, sottentrò al governo della vedova chiesa il domenicano FR. PIETRO IV Giustiniano, nobile veneziano, priore del convento di san Domenico di Castello; amministratore, nel 1456, del monastero di san Salvatore di Venezia, ed apostolico visitatore della diocesi aquilejese. Nel tempo del suo pastorale governo, fu intruso al vescovato pedenate nel 1445 dall' antipapa Felice un Martino, ch'era parroco di Lubiana, e che ivi morì, undici anni dipoi, in quella stessa città, scomunicato dal pontefice Eugenio IV. Circa l'anno 1463, ci dà notizia il Kandler del vescovo CORRADO, cui dice essere stato « commendatario della prepositura di sant' Andrea al fiume Traisen nel. l'Austria, imperante Federico III. » Dopo di lui, troviamo nell' anno 1467, il vescovo MICHELE, mentovato nel libro tavolare della contea di Pisino; e nell'anno 1485, in un vecchio libro di conti, appartenente al vescovato di Pedena, si trova memoria del vescovo PASCASIO, colle seguenti parole (2): « Anno Do. M.CCCC.LXXXV. Ind. III. die vero XIII. m. Maji. » Petenae in episcopatu R. Dni Paschasii episcopi Petinensis tunc tempo» ris consignati Fuccaci, seu regalia circa festum s. Crucis. In primis » dnus Bartholomaeus plebanus Gallignani dedit duodecim libras et duo> decim agnos etc. » Questo vescovo era nativo di Gallignana, era stato arcidiacono e vicario di Pedena: fu sepolto in patria, ove anche se ne leggeva

(1) Flam. Corn. Eccl. Ven., tom. II, pag. 7.

(2) Presso il Coleti, mss. ined. della Marci na, cart. 289.

Vol. VIII.

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l'epigrafe sepolcrale. Ebbe successore, nel 1460, GIORGIO Maninger de Kirchberg, oriundo da nobile famiglia del Carnio di lui si hanno memorie anche nel 1492 e nel 1501 : quanto più oltre vivesse, non ci è noto. Bensi, nel 1545 gli si trova succeduto GIORGIO II Slatkoina, parroco, poi canonico, indi preposito di Lubiana: fu promosso al vescovato pedenate, conservando tuttavia la parrocchia, alla quale rinunziò nel 1517 soltanto. Sembra per altro, che in questo frattempo non sia stato che amministratore del vescovato, e poscia ne sia divenuto ordinario pastore. Nell'anno 1524 fu trasferito alla sede di Vienna nell' Austria: nel qual anno medesimo (e non già nel 1525 come notò l' Ughelli) gli fu sostituito sulla cattedra pedenate il frate NICOLÒ III Craiz, o Craizer, di nobile famiglia della Carintia. Che questo Nicolò infatti fosse vescovo di Pedena nel 1524, ce ne assicura l'iscrizione scolpitagli nel palazzo vescovile, a commemorazione dei lavori a sue spese eseguiti ; la quale iscrizione diceva:

M. D. XXIV.

NICOLAVS CRAIZ EPISCOPVS PETIN.

HOC AEDIFICIVM . . . . . FVNDAVIT.

Mori nel seguente anno 1525, il di primo di settembre: ed ebbe successore, nell'anno stesso, GIOVANNI II Barbo, nativo di Cosgliaco, pronipote del papa Paolo II. Era stato canonico di Trieste, e poi parroco di Hrenovizza, la qual parrocchia ritenne anche dopo la sua promozione al vescovato. Nel palazzo vescovile costrui la cappella intitolata a sant' Anna ed a san Giovanni Battlsta: lo attesta l'iscrizione scolpitavi:

B. ANNAE AC IOAN. BAPT. IOANNES BARBO

PETIN. EPVS. DICAVIT

Mori nel 1547, a' 16 gennaro, e fu sepolto nella sua cattedrale, ove se ne legge l'epigrafe:

PRAESVLIS. IN. TVMVLO. HOC. CONSISTVNT

OSSA. IOANNIS

BARBIA. QVEM. GENVIT. SANGVINE

CLARA. DOMVS

AT. DEVS: OMNIPOTENS.

ANIMAM. REQVIESCERE. COELO
IVSSIT. VT. ET. CORPVS. TRANSEAT
IN. CINERES
V. P.

Dopo la morte di lui, nel seguente anno 1548, vi fu promosso il raguseo ZACCARIA-GIOVANNI Givanicz. Ci fa sapere il Kandler, che questo vescovo, per la povertà dell' episcopato, ottenne, nel 1555, che l'imperatore Ferdinando I, di cui era consigliere, gli concedesse la parrocchia di Hronovizza. Continua il dotto storico a farci noto, ch'egli " sostenne » forti contese coi villici di Scopliaco e Tupliaco per ragione di decime. » Viveva anche addi 29 settembre 1561, e sembra dagli atti, ch'egli unisse in sè anche la prepositura di Pisino: lo che mostra fallace la notizia dataci dal Contarini (1), esserne stato eletto il successore nel 1557. E tanto più la si scorge fallace, perchè si sa con certezza, che questo vescovo morì il giorno 9 marzo 1562, e fu sepolto in Gallignana. Nell' anno adunque 1562, e non nel 1557, gli fu sostituito JACOPO di Cronberg: a cui venne dietro, nel seguente anno, il cremonese domenicano FR. Daniele Barbò, promossovi il dì 4 giugno: morì a' 25 febbraro 1570. Nel qual anno medesimo ne fu eletto successore GIORGIO III Rautgartler, nativo di Segna, dottore in teologia e canonico di Zagabria. Figurò per varii anni in qualità di eletto, ossia, senz' avere ricevuto l' episcopale consecrazione: soleva intitolarsi: Dei et serenissimi principis Caroli archid. Aust. gratia electus episcopus. Fu, nel 1596, al concilio provinciale tenuto in Udine dal patriarca di Aquileja. Ampliò l' episcopio, nell' anno 1597, e vi scavò opportuna cisterna: preparò, nel 1600, la sepoltura per sè e per i suoi successori, sulla quale ne fu scolpita l' epigrafe :

(1) De episc. ord. Praedic, etc., pag. 96.

SEPVLCHRVM EPORVM PETINEN.

GEORGIVS RVTGARTERVS

EPISC.

FIERI FECIT AN. MDC.

In quell'anno stesso, egli mori addi 10 dicembre, e vi fu sepolto il primo. Ebbe successore nel vescovato l'aquilejese ANTONIO Zara. Di lui narra il Kandler: « Favorito dell' arciduca Ferdinando II, che gli assegnò » qualche rendita su Fiume, lo fe' preposito di Pisino, suo consigliere, e » nel 1602, mentre Zara aveva 26 anni d'età e soltanto la prima tonsura, >> lo nominò vescovo di Pedena, annuente e dispensante Clemente VIII. » Fu distinto letterato, autore dell'opera dedicata all'arciduca Ferdinando: » De anatomia ingeniorum, stampata in Venezia, nella quale opera trovasi » la sua effigie." Mori il penultimo giorno dell'anno 1621, e fu sepolto nel duomo di Pedena, con relativa epigrafe. Gli successe nel seguente anno, il francescano de' minori osservanti, ch' era vescovo di Nazaret in partibus, FR. CARLO Weinsberger. Mori a Retz in Austria, nel 1625; ed ivi è sepolto. Successore di lui fu promosso alla sede pedenate, il dì 21 aprile del medesimo anno, POMPEO Coronini, « nativo di Gorizia, dice il Kandler, » o piuttosto da Cormons nel goriziano, dottore di legge, visitatore del« l'arcivescovato di Salisburgo, consigliere intimo di Ferdinando II, com» missario della dieta provinciale di Gorizia, nobile del Carnio, decano di » Lubiana.» F'u trasferito, addi 24 marzo 1631, al vescovato di Trieste. Soltanto nel seguente anno, addì 27 marzo, la vacante chiesa ottenne il suo pastore: egli fu GASPARO Bobegl da Radmansdorf, dottore in legge, consigliere di Ferdinando III, arcidiacono di Radmansdorf, preposito di Lubiana; la quale prepositura ritenne anche, dopo la sua promozione al vescovato. Fu ambasciatore, nello stesso anno 1652, presso la repubblica di Venezia. Nell' ottobre 1634 morì in Lubiana, donde ne fu trasportato il cadavero a Radmansdorf ed in quella chiesa parrocchiale ebbe sepoltura. Poco dopo ne venne eletto successore il triestino ANTONIO II Marenzi, il quale non ebbe l'episcopale consecrazione che a' 17 ottobre 1658, in Roma: passò al vescovato di Trieste il dì 26 aprile 1646. L'anno stesso fu nominato in sua vece al governo della chiesa di Pedena, il goriziano FRANCESCO - MASSIMILIANO Vaccano, ma non n' ebbe la pontificia

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