Ducale (1), ch'egli nel 1566, addi 6 febbraro, già vescovo di Pola, s'era fatto scrivere ad probam, per essere trasferito al vescovato di Torcello, ma non vi riuscì, perchè ottenne soltanto undici voti favorevoli contro 52. Nell' anno poi 1374, il dì 25 aprile, egli concedeva dugento giorni d'indulgenza alla confraternita dei flagellanti di san Giambattista di Pirano. Dopo di lui, la serie polana, colloca circa il 1580 il vescovo MILITE, di cui non saprei addurre verun documento. L'estensore di quella serie ne avrà avuto; e perciò sulla fede di lui non mi rifiuto di ammetterlo anch' io. Quindi nell'anno 1583 ci si presenta il veneziano gentiluomo Guido Il Memo. Di lui troviamo memoria nell' anno 1385, sotto il di 16 marzo, nel diario economico del convento dei servi di Venezia; Item recepi a d. Guido episcopo Pole et a d. Petro Memo commissariis Franceschini Memi etc. Ed un'altra memoria se ne ha nei registri del senato, allorchè il dì 26 marzo 1387, ed il dì 18 ottobre 1407, trovavasi tra i concorrenti all' arcivescovato di Creta; ed inoltre nel dì 8 luglio 1409, concorse al vescovato di Padova. Finalmente, l'ultima sua notizia è il testamento, fatto il giorno 27 ottobre 1429: aveva lasciata vacante la sede polese vent'anni prima. A rimpiazzare il suo vacuo sottentrò nel successiyo anno 1410, il veneziano gentiluomo BIAGIO Molin, di cui si ba notizia dai registri del senato, ove, oltrechè la sua promozione, nell'anno indicato, ci è fatta palese anche la sua ottazione al vescovato di Treviso, il giorno 8 marzo 1418. Ivi tra i postulanti, l'ultimo di tutti è D. Blasius de Molino, episcopus Polae, licentiatus in jure civili: non però ne ottenne la sede. Venne dopo di lui nel 1420 il veneziano FR. TOMMASO, dell'ordine dei predicatori; il quale fu susseguito, quattro anni dipoi, da FRANCESCO de' Franceschi: questi nel 1426 ebbe successore DOMENICO de Luschis, di cui raccolse varii documenti il Coleti nelle sue schede inedite (2). L'ultimo è del giorno 4 giugno 1449 ed è diretto all' arcidiacono di Fiume. Nel 1451 eragli succeduto Mosè de' Buffonelli, e non già dei Buffaroli, siccome nota la serie polana. Questo suo cognome de Buffonelli ci è fatto conoscere da una pergamena, che attesta la consecrazione di un altare, trovata nella vecchia chiesa di san Gerolamo, tra Pola e Plasana, nel 1718, in occasione di ristauro. Ivi leggesi consecratore di (1) Mixt., num. XXXI del Senato, pag. 31. (2) Cod. CLXVI della clas. IX, cart. 297, a tergo, e seg. quell'altare, l'ultimo giorno di settembre 1457, Rdus in Xpo Pater et d. d. Moyses de Buffonellis, Dei et Ap. sedis gra epus Polen. (1). Di lui fece onorevole menzione tra gli eruditi prelati, il cardinale Quirini (2). La recata notizia della consecrazione del suindicato altare nel 1457 dimostra erronea l'indicazione della Serie polana, che pose sotto l'anno 1456 il Vescovo GIOVANNI IV (e non III) Dremani, il quale certamente non potè esserlo, che dopo il settembre del 1457. Non per altro saprei dirne con precisione il vero anno. Forse divenne vescovo nel 1458. Di lui non posso dare che una memoria della consecrazione dell' altare massimo, nella cattedrale di Pola, da lui compiuta l'anno 1469, Indic. II, die XXV Junii: la quale memoria s' ebbe a trovare nel 1712, addi 15 gennaro, quando se ne rifabbricò l'altare. Successore di lui troviamo nel 1487 MICHELE Orsini, di cui un documento scoperto nel 1657 ci diede notizia (5): egli celebrò nel 1489 il sinodo diocesano. Nell' anno 1497 fu vescovo di Pola il bresciano ALTOBELLO Averoldo, uomo insigne, e che sostenne onorevoli incarichi anche prima di essere decorato della mitra episcopale varie memorie di lui raccolse il Coleti nelle sue schede inedite (4). Mori il primo giorno di novembre dell' anno 1551, e fu trasferito ad essere sepolto in Brescia nell' arca marmorea, ch' egli vivente erasi fatta preparare. Suo successore, nel seguente anno, sottentrò il giustinopolitano GIAMBATTISTA Vergerio, di cui raccolse varie notizie il sullodato Coleti (5), tra le quali, essere falso ch' egli sia stato espulso dalla sua sede e sia morto a Genova; mentre invece si sa (6), esser egli morto in Pola, nel 1548. Nel qual anno medesimo sottentrò al governo della chiesa polana il giustinopolitano ANTONIO III Elio. Di lui portò il Coleti (7) un documento del 6 luglio 1559, relativo all' elezione dei canonici della collegiata di Fiume; nè dopo questo documento si hanno altre notizie di lui, tranne, che nel 1566 fu trasferito al patriarcato gerosolimitano. Ed in sua vece, in quell' anno medesimo (8); e non già nel 1576, come notò la serie polana; e molto meno poi nel 1577, come notò l'Ughelli; fu sostituito il patrizio giustinopolitano MATTEO II, detto da altri Mattia, Barbabianca, ch' era canonico in patria. Mori nel 1582; ed in Capo d' Istria gli fu eretto, due anni dopo, un monumento, decorato della sua effigie e dell'iscrizione seguente, destinata ad ornarne il sepolcro in Pola: MATTHAEO BARBABIANCA JVSTINOPOLITANO QVI QVAMDIV HVIC ECCLESIAE PRAEFVIT TVM FIDELES IN OFFICIO RETINERE CVM TANDEM PASTORALI MVNERE QVAM MAXIME ARDENTI FEBRE CORREPTVS PROPE VRBEM POLAM ILLIVS PROPINQvi P. ANNO SAL. HVм. M. D. LXXXIV. CLAUDIO SOZOmeno, nato in Cipro, nella città di Nicosia, gli fu sostituito, l'anno dipoi, nel governo della santa chiesa polana. Nell' anno primo del suo vescovato cedè ai greci, trasferiti a Pola dalla colonia di Cipro, la chiesa di san Nicolò, che sotto il suo antecessore era stato concesso loro di erigere: al che appartiene un decreto di Marino Malipiero, proveditore dell'Istria in nome della repubblica di Venezia, datum Polae IV idus Martias M.D. LXXXIII (1). Nel 1596, trovossi al sinodo aquilejese, tenuto dal patriarca Francesco Barbaro, e ne sottoscrisse gli atti. Visitò la sua diocesi, e, trovandosi a Fiume, pose fine, con un decreto del dì 18 luglio 1597, ad una grave controversia, che si agitava tra il vicario e l'arcidiacono di quel luogo: lo che ci fa palese, che la città di Fiume era sottoposta un tempo alla pastorale giurisdizione del vescovo di Pola. Nell' anno 1600, il di 25 maggio, diede esecuzione ad un pontificio decreto del 1597, il quale autorizzava l'unione delle suore domenicane del (1) Fu copiato dal Coleti, ed è tra le sue schede inedite, ms. cit., cart. 355 a tergo. convento di santa Caterina, con quelle del convento di san Teodoro del fonte. Egli, nel 1605, ebbe successore un suo fratello CORNELIO Sozomeno, il quale mori nel 1618, ed ebbe sepoltura nella sua cattedrale, nella tomba, che vivente aveva fatta preparare a sè ed alla sua genitrice, nove anni avanti. Vi si legge l' epigrafe: CORNELIVS SOZOMENVS CYPRIVS EPVS POLEN. VIVENS SIBI ET FOEMINAE MATRI AMANTISSIMAE POSVIT ANNO DOMINI M. DC. IX. Gli sottentro, nel medesimo anno 1648, il veneziano UBERTO Testa; a cui nel 1624 venne dietro INNOCENZO Serpa, nato in Arzignano, nella provincia di Vicenza. Non potè nemmeno recarsi alla sua chiesa, perchè la morte ne prevenne la consecrazione; fu perciò sepolto nella chiesa parrocchiale di Arzignano, ove a conservarne la memoria un suo nipote Leonardo Serpa, ventun anni di poi, gli fece scolpire onorevole epigrafe, da cui ci è fatto palese, ch'egli era canonico lateranese. A reggere la chiesa polana in luogo del defunto Innocenzo, fu promosso nel seguente anno 1625 il padovano RODOLFO II Rodolfi-Sforza, a cui due anni dopo fu sostituito GIULIO II Saraceno, da Vicenza. Questi nel primo suo anno del vescovato il giorno 17 ottobre consecrò in patria la chiesa ed il maggior altare di san Giambattista dei cappuccini: al che appartiene l'epigrafe colà scolpita. E nove anni dipoi, il giorno 12 settembre, ne consecrò un' altra nel territorio vicentino, attestata anche questa dalla relativa iscrizione. Si hanno di lui alcune altre notizie ; l'ultima è scolpita in marmo nella cattedrale di Pola, e commemora il ristauro faltovi eseguire a sue spese, net 1641, che fu l'ultimo anno del suo vescovato e della sua vita. Vi si legge: JVLIVS SARACENVS EPS. POL. ECCLESIAM COLLABENTEM PIA LARGITIONE SVSTINVIT M. DC. XLI. Nell'anno stesso fu promosso a succedergli il monaco benedettino MARINO Badoaro, gentiluomo veneziano. Egli è commemorato nell'anno seguente per lo ristauro compiutosi nella chiesa di santa Maria di Fiume: e un' altra epigrafe, sottoposta allo stemma suo, sul muro del palazzo vescovile, dal lato del duomo, ne ricorda l'ingrandimento, nell'anno 1645. Dai registri del senato ci è fatto conoscere, che il Badoaro fu tra i proposti, nel dì 50 aprile 1644, per l'arcivescovato di Creta; a cui fu invece eletto Giovanni Quirini, ultimo arcivescovo latino di quella chiesa. Sulla sedc polana, dopo il vescovo Marino, troviamo, nel 1655, un altro gentiluomo veneziano, ALVISE Marcello, cherico regolare somasco, il quale continuò con maggiore magnificenza il ristauro incominciato dal suo antecessore nel palazzo vescovile. Perciò gli fu posta onorevole epigrafe, che mostra l'anno 1655. Del suo successore GASPARO Cataneo, veronese, trovansi memorie nel 1662. Nel seguente anno gli fu surrogato il domeni cano da Brescia FR. AMBROSIO Fracassini, consecrato in Roma il di 27 marzo dal cardinale d' Elce, e morto il dì 22 del successivo settembre. Fu sepolto in cattedrale con relativa iscrizione. L'anno seguente venne promosso in sua vece il veneziano BRRNARDINO Corniani; il quale due anni dopo ristaurò il sacello pubblico, ch'è tra il vescovato e la cattedrale, sulla cui porta fu collocata relativa iscrizione. E nell'anno IV del suo pastorale governo, aggiunse all' episcopio migliori comodità e abbellimenti, siccome attesta la scolpitavi epigrafe: AESTIVI ARDORIS TEMPERAMENTO EPISCOPALIS DOMI DECORI AMICORVM COMMODO EPISCOPVS POLEN. ANNO DOMINI M. DC. LVII. Successore di lui sottentrava al governo della chiesa di Pola, nel 1689, il vicentino ELEONORO Pajello: nel dì 5 gennaro 1693 investiva i fratelli Valentino, Angelo, Bartolomeo, Antonio Rota di tutti li feudi e diritti, che Giovanni loro padre aveva ricevuto dai vescovi predecessori. Lasciata vedova da lui la santa sede polense, sottentrò a possederla, nel 1695, il |