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pubbliche di questo vescovo negli anni 1345, 1548, 1549, 1550, 1555. In somma la sua morte si riferisce al 1565 o forse al seguente anno,

XXVIII. CRISOGONO de Dominis sottentrò in fatti nel pastorale governo di questa chiesa nel 1564; e se ne trovano memorie sino all' anno 1575, in cui passò al vescovato di Traù.

XXIX. ZODENIGO de' Zodenighi, arbese, trovasi nominato per la prima volta in atti di curia nel 1575. Contro di lui, nel 1584, portò appellazione al patriarca di Grado, come a primate della Dalmazia, l'arcivescovo di Zara. Due anni dopo, egli consecrò la chiesa di sant' Elena, in Arbe, sulla piazza di san Giovanni. Mori nel 1412, e fu sepolto in cattedrale dinanzi all'ara della sua cappella gentilizia; sulla pietra, che ne chiude l'arca, fuscolpita l'effige di lui, e intorno ad essa l'epifrafe: OPTIMI. CLARIQVE, VIRI.

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C.C C X.I.I.

DOMINI ZVDEDICI DE. ZVDRNICHO. HVIVS. VRBIS. ANTISTITIS HOC IN
TVMVLO. CLAVDVNTVR. OSSA. QVI. ANNO DOMINI . M. C
DIEM. SVVM. CLAVSIT. EXTREMVM

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I I. I. IDVS. JANVARIJ.

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XXX. ZODENIGO II de' Zodenighi, nipote del precedente, già coadjutore allo zio nel pastorale ministero sito dall'anno 1407, ne fu il successore : ma non gli sopravvisse che due soli anni.

XXXI. MARINO Carnota, di nobile e ricca famiglia arbese, arcidiacono della cattedrale, fu eletto vescovo nel 1414, e dopo nove anni fu trasferito al vescovato di Traù, donde a quello di Trieste.

XXXII. Fr. FRANCESCO II, domenicano fiorentino, della famiglia Servandi, o, secondo altri, de' Sigismondi, od anche de' Biondi; sottentrò nel vescovato di Arbe l'anno 1423, dopo la traslazione di Marino. Fu trasferito da questa alla sede di Capodistria il dì 24 febbraro 1428.

XXXIII. ANGELO Cavazza fu sostituito nello stesso anno al Servandi. Addi 9 gennaro 1433 fu trasferito al vescovato di Parenzo. Donde, otlo anni dipoi, a quello di Traù.

XXXIV. GIOVANNI da Parenzo, canonico di quella cattedrale ed a quel vescovato eletto, fu invece promosso a questa sede di Arbe. Intervenne nel 1459 at concilio di Firenze: ritornato alla sua chiesa ne fece, un anno dopo, rinunzia, e passò allo spírituale governo del vescovato della sua patria il dì 14 aprile 1440.

XXXV. MATTEO II degli Ermolai, vescovo di Seppotò nell'Albania, venne al possesso di questa chiesa, dopo la traslazione di Giovanni. Mori l'anno seguente.

Vol. VIII.

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XXXVI. Fr. PAOLO II da Zara, domenicano, ebbe il vescovato di Arbe nel 1445; ed in quest'anno medesimo lo lasciò, non saprei dire se per morte ovvero per rinunzia.

XXXVII. Fr. NICOLÒ da Zara domenicano trovasi tra i vescovi di Arbe nel 1443, e si continua ad averne notizie, sino al 1447, che fu l'ultimo 'anno della sua vita,

XXXVIII. GIOVANNI II Scaffa, nobile arbese e primicerio della cattedrale, era su questa sede episcopale nel 1452, ed eravi stato probabilmente innalzato anche prima. Ne continuano gli alti di curia sino al 1472. Fu sepolto nell' arca, ch' egli sedici anni addietro erasi preparata.

XXXIX. LEONELLO Chericati, vicentino, diventò vescovo di Arbe nel 1472. Si trovano memorie di lui nel 1479, nel 1485: mori probabilmente nell' anno seguente.

XL. ALVISE Malombra, veneziano, sottentrò nel governo pastorale di 'questa chiesa l'anno 1484. Venne a pigliarne il possesso l'anno dipoi. Soltoscrisse alla decima sessione del concilio lateranese del 1514; alla seguente del 1515 sottoscrisse il suo successore.

XLI. VINCENZO Negusanti, di nobile famiglia di Fano, uomo eruditissimo, gli fu appunto surrogato nel 1515. Visse lungamente nel pastorale governo di questa chiesa: infatti nel 1562 fu al concilio di Trento, sulle cui norme studiossi di regolare la sua diocesi, ritornato che fu da quella ecumenica radunanza. Giunto all'anno ottuagesimo terzo della sua età, ottenne dal pontefice Gregorio XIII di essere sollevato del peso episcopale. Perciò nel 1569 ritornò in patria, ove quattro anni dopo mori, e fu sepolto in quella cattedrale con onorevole iscrizione. Mentr' egli era vescovo ́di Arbe, avvenne nel 1554 che un' effige della Vergine, e nel 1559 una effige del Crocefisso lagrimassero; i quali due miracoli furono esaminati ed autenticati da diligentissimi processi (1).

XLII. BIAGIO Sideneo, zaratino, sottentrò nel vescovato di Arbe, dopo la rinunzia del Negusanti, nel 1569. Un decennio dipoi, accolse nella sua residenza il vescovo di Verona Agostino Valier, visitatore apostolico, il quale perlustrò la diocesi arbese, e ne fece i relativi decreti (2). Vecchio

(1) Ne portò gli atti il Farlati. Illyr. sacr., tom. V, pag. 266 e seg,

(2) Sono presso il Farlati, luog. cit., pag. 271 e seg.

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di età, dopo quattordici anni di episcopali fatiche, ottenne dal papa un
coadjutore colla speranza di futura successione: questi fu Andrea Cernoti,
vescovo di Scardona nelle parti degl' infedeli, francescano. Dieci mesi ·
dopo di averlo ottenuto, lo lasciò al possesso del vescovato, toltogli dalla
morte. Fu sepolto in cattedrale: apposita epigrafe ne segua il luogo.
XLIII. Fr. ANDREA Cernoti sunnominato ne fu adunque il successore
l'anno 1584: era frate francescano dell' osservanza dopo un quinquen-
nio mori.

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XLIV. PASQUALE Padavino, veneziano, monaco camaldolese, fu eletto vescovo di Arbe il giorno 19 settembre 1588. Promosse con virtuoso zelo il culto di san Marino oriundo di questa città, ed a tale fine ne ottenne preziosa reliquia dalla repubblica di San-Marino, nella cui chiesa titolare riposa l' intiero corpo (4). Mori Pasquale, dopo trentatrè anni di pastorale ministero, nel 1624.

XLV. TEODORO Zorzi, gentiluomo veneziano, monaco benedettino cassinese, successe al defunto vescovo Pasquale il dì 25 ottobre dello stesso anno della morte di lui. Fu eseguita nel 1635 una visita apostolica di tutta la diocesi d'Arbe, per ordine del pontefice Urbano VIII: ne fu visitatore lo stesso arcivescovo di Zara metropolitano, Ottaviano Garzadori. Mori Teodoro nell' anno 1655.

XLVI. PIETRO IV Gaudenzi, da Spalato, successe nel vescovato l'anno dopo la morte di Teodoro. Tenne il sinodo diocesano nel 1645: andò a Roma nel 1645: stabili provvide leggi per l'onore del sacro culto, e particolarmente, nel 1654, promulgò un decreto circa l'osservanza delle feste dei santi (2); mori nel 1664.

XLVII. DONNIO Gaudenzi, acidiacono di Spalato, nipote del precedente vescovo, ne fu successore l'anno stesso a' 9 di giugno. Mori nel 1695. XLVIII. Fr. OTTAVIO Spader, da Zara, francescano, sottentrò nel 1696. Ebbe grave contrasto colla città per le reliquie di san Cristoforo, ed ebbe anche a soffrire non poche dispiacenze. Alla fine, dopo due anni di vescovato, ne fece rinunzia, e fu trasferito alla chiesa di Assisi (4) il di 19 dicembre 1698.

(1) Tuttociò, che ne ha relazione, vedasi presso il Farlati, luog. cit., pag. 273

e seg.

(2) Ved. il Farlati, luog. cit., pag. 281.

(3) Ved. ciò che ne dissi nel mio vol. V, pag. 173 e seg.

(4) Luog. cit., pag. 288 e seg.

XLIX. ANTONIO Rosignolo, nato a Traù, canonico di quella cattedrale, fu eletto vescovo di Arbe, addì 50 marzo 1700, e ne resse la chiesa per tredici anni. Visitò più volte la diocesi, e vi celebrò dieci sinodi. Ebbe controversie col capitolo de' suoi canonici e coi nobili della città per evitarne le molestie, dimandò d'essere trasferito ad altra chiesa, ed ottenne quindi il vescovato di Nona.

L. VINCENZO H Lessio, nato a Corfù, della cui cattedrale fu canonico, ottenne il vescovato di Arbe a' 4 dicembre 1715, donde sette anni appresso passò a quello di Veglia.

LI. DONNIO 11 Zen, nato a Faria, e canonico di quella chiesa, sottentrò il mese stesso nell'episcopale reggenza in vece del traslata to Lessio. Regolò assai bene tutte le discipline ecclesiastiche della sua diocesi e stabilt pene pecuniarie contro i trasgressori di esse. Mori l'ultimo giorno di febbraro dell' anno 1728.

LII. ANDREA IV. Carlovich, cittadino e canonico di Spalato, gli fu sostuito l'anno seguente. Sulle orme del suo antecessore, fu anch'egli zelantissimo per l'osservanza dell' ecclesiastica. disciplina. Mori a' 12 gennaro 1758.

LIII. PACIFICO Bizza, nobile di Arbe, ne fu fatto vescovo il di 19 marzo del 1759. Di qua, sei anni dopo, fu trasferito all'arcivescovato di Spalato.

LIV. GIOVANNI III Calebotta, nato a Traù, dove fu anche canonico e vicario generale, venne promosso al vescovato di Arbe, il dì 28 ottobre 1746, e dieci anni dopo passò a quello di Sebenico.

LV. GIAN-LUCA Garagnini, nobile di Traù, canonico e vicario generale di quella chiesa, fu eletto vescovo di Arbe il dì 28 maggio 1756. Zelante mostrossi del bene delle anime e della gloria della religione. Visitò quindi la diocesi nel seguente anno, e poscia ne diede informazione alla santa Sede con apposita lettera, che fu pubblicata del Farlati (1); e nell' anno dopo n'ebbe onorevoli testimonianze di congratulazione nelle lettere apo stoliche da lui ricevute (2). Andò egli stesso a Roma nel 1762; e tre anni dopo fu trasferito alla sede arcivescovile di Spalato.

LVI. GIAMBATTISTA Giurileo, da Traù, canonico ed arciprete di quella cattedrale, venne sostituito in quel medesimo anno 1765, dappoichè il

(a) Ved. il Farlati, luog. cit., pag. 291.

Garagnini lasciò la cattedra arbese. Nel 1774 fu trasferito al vescovato di Nona.

LVII. GIAMMARIA-ANTONIO d'Ostia, dalmata, parroco di sant' Andrea in diocesi di Treviso, nella giurisdizione dell' abate di Narvesa, diventò vescovo d' Arbe in quell'anno medesimo. Egli fu l'ultimo pastore di questa chiesa commemorato dal Farlati; ed è l'ultimo, di cui abbia potuto anch'io ottenere notizia. La diocesi in seguito fu soppressa e fu aggregata a quella di Veglia.

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