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Qual mai ftrage orrenda, e trifta
Soffrirem, qual crudo fato?
S'ogni agente, ogni copifta
Di Mercante, o Magiftrato,
Come il fuo buon gusto il mena,
Vorrà l'Oche a pranzo, e a cena !

FA

What havock now fhall thin our race,
When ev'ry petty clerk in place,
To prove his tafte, and feet polite,
Will feed on Geefe both noon and night!

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FAVOLA IV.

La GENTIL DONNA, e la VESPA

QUAI bisbigli, e qual romore

Sofferir non deon le Belle!
Quali udir a tutte l'ore
Scioccherie ftrane, e novelle !
Poi che ovunque gli occhi aggiranfi,
Gl' importuni in folla attiranfi.

Quando un folle atto, obbligante
Non riufciffe a loro accetto,
Mal gradito quel galante
Crederiafi, e ancor negletto;
Refteria mortificato,

Col tenerfi difprezzato.

Da li modi afpri lantano
Soglion starfi i Cicisbei.
Con un folo alzar di mano
Una mofca io ben potrei
Difcacciar; non denfo ftuolo,
Che mi cinga in torno a volo.

S' una

FABLE IV

The LADY and the WASP!

WHAT whispers must the Beauty bear!

What hourly nonfenfe haunts her ear!
Where-e'er her eyes difpenfe their charms,
Impertinence around her fwarms.

Did not the tender nonfenfe ftrike,
Contempt and fcorn might look dislike;

Forbidding airs might thin the place;
The flightest flap a fly can chafe;
But who can drive the num'rous breed?

Chafe

S'una ifcaccio, tosto in quello
Loco i' veggio altra venire.
Chi dà orecchio a un scioccherello,
Suo fratel già deve udire;
E un zerbin nel fuo parlare
L'altro fuol raccomandare,

Deffe quindi a gran ragione
A foffrir fon poi dannate
Quefta rea maledizione;
Perchè facili fon ftate
A badare, e dare ascolto
Al primier che a lor s'è volto.

CLORI un giorno a la toletta,
Come ftarli avea in coftume,
De lo fpecchio la perfetta
Sua beltà mirava al lume;
E fu quella attenti, e fpeffi
Gìa facendo i fuoi rifleflì.

E nel mentre or penfierofa,
Or di buono e gajo umore,
Scioperata e neghittofa
Via paffava le cald' ore,
Una Vespa pazzarella

Volar prende in torno a quella.

Effa

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