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la concessione della Zecca romana, ma non trovandosi moneta di Paolo III con il suo segno, dob

nei capitoli di Zecca. Egualmente si ritrovano Ducati e Doppi ducati d'oro col segno del Balducci, Albizi e Castelli. SERAFINI, Med. Vat.. tav. XXXV, n. 12 (grammi 0.95).

di Ancona dell'anno 1535, in G▲RAMPI, Doc. LXVI, e nei Documenti che riportiamo in seguito,

MEDAGLIE DI PAOLO III.

Come abbiamo veduto nel corso del nostro lavoro, il Bonanni riporta erroneamente come medaglie alcune monete di Paolo III e specialmente i così detti Testoni. Certamente gli incisori della Zecca erano incaricati di coniare non solo le monete ma anche le medaglie che ordinava il papa, ed alcune rappresentazioni servirono tanto per le une quanto per le altre, come viene dimostrato sia dai pesi che dai moduli di quelle.

Sono ben 35 rovesci di medaglie che il Bonanni ci riporta nella sua opera, e, quantunque non firmati, di molti possiamo riconoscere gli autori, e crediamo far cosa utile darne un accenno sommario.

Il n. I-II porta l'effigie del pontefice e lo stemma Farnese. È opera postuma del Paladino (fine del XVI sec.). Se ne conserva il conio (punzone) nel gabinetto numismatico della Zecca di Roma.

Il n. III è attribuito al Bonzagna Federico, detto il Parmense, e porta nel rovescio una leggenda latina in lode del pontefice. 2

Il n. IV, con la disfatta del corsaro Barbarossa, è lavoro dell'incisore Leone Leoni detto l' Aretino e porta l'anno IV del pontificato ed il millesimo M.D.XXXVIII, diam. 45.

Il n. V è di autore anonimo, ma porta AN. IOBILAEO ed il XVI del pontificato di Paolo III, cioè fu coniato in previsione di quell' Anno Santo poco prima della morte di quel pontefice. È opera perciò o del Bonzagna o del Cesati, che soli ricorrono nei mandati di pagamento di quell'epoca come incisori della Zecca di Roma.

Il n. VI è egualmente anonimo, ma porta l'anno VII e la data MDXXXVI, anacronismo evidente. Ma rappresentando il rovescio

I BONANNI, Num. Pont. Rom. ecc., vol. I, p. 199.

2 ARMAND, I, p. 224, n. 15.

3 Id. I, p. 165, n. 16; PLON, XXIX, n. 7.

4 Id. II, p. 168, n. 20 (var.). Diam. 33.

5 Id. II, p. 166, n. 9. Diam. 46.

della medaglia una quadriga con l'imperatore e la Pace che la guida, che portano, tanto l' una che l'altro, un ramo di olivo, possiamo riferire l'epoca di coniazione di questa medaglia al 1538, quando il papa si portò a Nizza per ottenere la riconciliazione tra Carlo V e Francesco I. Nel 1538 era incisore alla Zecca Leone Leoni e la medaglia è degna di lui.

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Il n. VII è dell'anno XIII e si riferisce ai lavori fatti alle fortificazioni delle mura della città Leonina. Abbiamo veduto come alcune di queste medaglie furono eseguite nel 1537 da Leone Leoni per essere messe nelle fondazioni delle fortificazioni di Roma. Si tratta evidentemente di una nuova coniazione fatta nel 1546 e 1547. La medaglia non ha importanza artistica che per il busto del pontefice. Il rovescio porta la sola leggenda.

2

Il n. VIII ricorda la translazione della statua di Marco Aurelio in Campidoglio, fatta per ordine di Paolo III nel 1538. Era in quelľ anno incisore alla Zecca Leone Leoni, ed a lui con qualche sicurezza possiamo attribuire quella medaglia commemorativa.

Il n. IX, del quale abbiamo parlato a proposito della moneta (Testone), porta nel rovescio una semplicissima rappresentazione dell'arcobaleno e non ha importanza artistica. È dell' anno XIII, e perciò può attribuirsi tanto al Bonzagna come al Cesati.

Il n. X ha una iscrizione allusiva alla pace. 5

6

Il n. XI porta, rappresentato nel rovescio, un gruppo di tre cavalli al pascolo e la dicitura SECVRITAS TEMPORVM. È opera

del Leoni l' Aretino. Ha nel diritto la data MDXXXVIII e l' A. IIII del pontificato, nonchè la firma dell' incisore LEO.

1 ARMAND, II, p. 167, n. io. Quest' autore la pone tra le anonime. Medagliere del R. Museo di Firenze, br. dm. 48.

2 Esemplari trovansi al Gabinetto Nazionale di Francia e nel Medagliere

di Firenze, piombo, dm. 41.

3 L'ARMAND non la cita.

4 Id., II, p. 167, n. 11.

5 Il BONANNI (p. 210) la crede coniata nell'anno 1544 per commemorare la pace europea.

6 ARMAND, I, p. 166, n. 17 e III, p. 70 n. Med. di Firenze, br.

dm. 44.

Il n. XII, con Ganimede e con la leggenda in greco, si ritrova coniato negli anni XI e XVI di pontificato di Paolo III, ed è lavoro pregevole del Cesati, detto il Grechetto. '

Il n. XIII è attribuito al Cesati; questa medaglia presenta il nuovo progetto per la facciata della basilica di S. Pietro, fatto da Antonio di Sangallo (1531-1546) e fu coniata in previsione dell'Anno Santo 1550, che in causa della morte, avvenuta il 10 novembre 1549, Paolo III non potè inaugurare. Porta la cifra C iniziale del Cesati. 2

I nn. XIV e XV, con la Porta santa, sono egualmente coniati nel 1549, quantunque portino l'anno XVI di pontificato e la data MDL. Sono lavoro del Cesati che vi ha posto la iniziale C. 3

Oltre a queste medaglie ne furono preparate altre per solennizzare il giubileo, alcune delle quali sono attribuite al Bonzagna Federico che firmava A. 4

I nn. XVI e XVII furono coniati per ricordare la costruzione del palazzo Farnese. Queste medaglie sono state attribuite al Cesati.

Il n. XVIII, con la figura di s. Paolo in piedi, è attribuito al Cesati. 6

Il n. XIX con la veduta della città di Roma, fu coniato l'anno ultimo del pontificato di Paolo III per l'occasione del Giubileo ed è opera di Federico Parmense (Bonzagna), che nel diritto vi mise la sua firma I FEDE PARM.7

1 ARMAND, I, p. 172, nn. 5 e 10. Dm. 42-40. Il conio dell'anno XVI si trova presso la Zecca di Roma. Med. di Firenze, br. dm. 40.

2 Id. III, p. 75 A e p. 228 I. Dm. 43 e 36. Gabinetto Nazionale di Francia.

3 Nel n. XV si vede la sigla, che è da attribuirsi allo zecchiere De Ceulis.

4 ARMAND, II, p. 296, n. 17 bis. Dm. 35.

5 Id., III, p. 75 Be Ce p. 228 D e II, p. 168, n. 18. Dm. 36. Alla Zecca di Roma si conserva un conio (punzone) di questa medaglia, con qualche variante nella leggenda del diritto riportata dall' ARMAND.

6 Id., I, p. 172, n. 9.

7 Id., I, p. 223, n. 14. Dm. 40; II, p. 169, n. 17. Dm. 44. Di questa medaglia esiste il conio alla Zecca di Roma.

I

Il n. XX con la rappresentazione del Cristo che scaccia i mercanti dal tempio, è anonimo, ma è facile riconoscervi la mano e lo stile del Cesati.

Il n. XXI con i due busti di s. Pietro e s. Paolo è anonimo. 2 I nn. XXII, XXIII e XXIV hanno tutti la stessa rappresentazione del Cristo tra i dottori nel tempio, ma trattata in modo diverso mostrando mano di differente artista. Nel n. XXIV ritroviamo lo stesso disegno di una medaglia di Gian Federico Bonzagna, firmata F. P. e coniata per Pio IV. 3 Il n. XXII porta nell' esergo RAVEN, e, nel diritto l'anno XIII del pontificato corrispondente al 1546-1547, quando incisori della Zecca di Roma erano Gian Giacomo Bonzagna ed il Cesati. Questo soggetto fu trattato anche nelle monete d'argento di Paolo III (Testoni), per le zecche di Roma, Macerata, Camerino e Ravenna.

I nn. XXV e XXVI, con la figura della Sicurezza, dell' A. XIIII s e dell' A. XVI, 6 sono lavoro del Cesati.

4

Il n. XXVII è dell' anno XVI 7 e rappresenta Frascati (Tuscolo) restaurata e la villa Rufina costruita da Paolo III. È opera di Federico Bonzagna.

Il n. XXVIII, con una quadriga in corsa nel circo, di anonimo. incisore, e di enigmatico senso, il Bonanni vuole spiegare con l'opera di Paolo III per la pace fra Carlo V e Francesco I. Ma a noi sembra una moneta forse di prova, coniata dal Bonzagna o dal Cesati senza allusione di sorta. Egualmente anonimi ed anepigrafi sono i rovesci delle due medaglie nn. XXIX e XXX. Il n. XXIX, ove si vede il grifo che si difende contro un serpente, può essere

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I ARMAND, II, p. 166, n. 7. Dm. 31.

2 Non è riportata dall'ARMAND.

3 BONANNI, I, p. 271, n. 10 ed ARMAND, I, p. 224, n. 19.

4 ARMAND, II, p. 167, n. 13. Dm. 35.

5 Id., I, p. 172, n. 8. Dm. 33. Il CICOGNARA l'attribuisce al Cesati.

6 Id., III, p. 228 G. Dm. 36. Medagliere di Firenze.

7 Id., II, p. 168, n. 19 e III, p. 229 K. Dm. 37. Alla Zecca di Roma si conserva il conio di questa medaglia che nel diritto porta la firma del Bon

zagna: 1. FEDE. PARM.

8 L'ARMAND non la cita.

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