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attribuito tanto al Grechetto, cioè al Cesati, come al Bonzagna. Allude alla rivolta dei Perugini a causa dell'imposta sul sale. Il n. XXX rappresenta Seneca ai piedi della statua di Roma.

Il n. XXXI si riferisce ai lavori fatti eseguire da Paolo III per liberare Rieti e l'agro reatino dalle inondazioni del Velino. È anonimo e non sappiamo a quale incisore attribuirlo. Nell'archivio Vaticano all'anno 1546 (ottobre), si trova il diploma emanato da Paolo III, col quale si ordina al governatore di Rieti di procedere ad una pubblica contribuzione, dalla quale non siano esclusi gli ecclesiastici, per provvedere alle spese necessarie per essiccare le paludi dell' Agro reatino. 1

Il n. XXXII allude alla spedizione fatta di una flotta contro i Turchi l'anno 1535, che condusse alla disfatta del corsaro Barbarossa. Il papa benedisse le sue triremi a Civitavecchia. La medaglia è

anonima.

Il n. XXXIII è opera del Cesati che nel diritto firma in lettere greche la medaglia. Porta l'anno XII del pontificato e ci mostra Alessandro il Grande che si genuflette al gran prete di Gerusalemme.

Il n. XXXIV rappresenta la cappella Paolina, fatta costruire per opera del Sangallo da Paolo III. È d'autore ignoto, come ignoto è l'anno nel quale fu coniata. 3

Il n. XXXV è medaglia anonima. Il Luchio dice che fu fatta coniare da Paolo III nel 1537, in memoria della lega fatta tra il pontefice, l'imperatore e Venezia contro il Turco. Ma in mancanza di una leggenda che la spieghi, noi riteniamo si tratti di una medaglia simbolica di non facile assegnazione. Porta scritto MATVRE intorno ad un delfino che lotta con un coccodrillo.

Il n. XXXVI fu coniato durante la sede vacante del 1549-1550; nel diritto vi è il ritratto del pontefice defunto, e nel rovescio lo

1 BONANNI, I, p. 230.

2 ARMAND, I, p. 171, n. 4. Dm. 31. È forse l'unica delle medaglie del Cesati, la di cui autenticità non possa mettersi in dubbio. 11 BONANNI porta la dicitura: OMNES GENTES SERVIENT EI, mentre l'ARMAND legge: OMNES REGES SERVIENT EI. Vedi la riproduzione a pag. 7.

3 Manca nell'ARMAND.

4 BONANNI, I, p. 233.

stemma del camerlengo Guido Sforza di Santa Fiora, inquartato con lo stemma Farnese.

Il n. XXXVII porta una rappresentazione della caduta di s. Paolo da cavallo sulla via di Damasco. Questa medaglia fu coniata il primo anno di pontificato di Paolo III, e con la leggenda VAS ELECTIONIS che questo papa volle far mettere negli Scudi d'oro per ricordare la sua elezione fatta per acclamazione dai cardinali. opera forse di Gio. Bernardi di Castel Bolognese che nel 1534 era stato nominato incisore alla Zecca di Roma al posto del Cellini unitamente a Tommaso Perugino, detto Fagiuolo.

È

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Il n. XXXVIII ha un magnifico rovescio del Bonzagna, che si ritrova anche in una medaglia di Pier Luigi Farnese duca di Parma ed in un'altra di Alfonso duca di Ferrara. Rappresenta tre animali, fra cui un liocorno, che si abbeverano ad un ruscello. Il conio si trova presso la Zecca di Roma.

Il n. XXXIX porta scritto in greco NIKHTHPION e l' A. XIII, e viene attribuito al Cesati. Il Bonanni lo dice coniato l'anno 1546, dopo la vittoria riportata contro i Turchi. Infatti quella parola greca si traduce PRAEMIVM VICTORIAE. 3

Il n. XXXX porta egualmente una menzione greca che il Bonanni traduce PRINCIPI SACERDOTVM SVMMO. È dell'anno XIII ed opera certo del Cesati. +

Dobbiamo registrare un altro incisore di Ferrara, morto l'anno 1537, che fece qualche medaglia per Paolo III ed aveva nome Alfonso Lombardi Cittadella. La notizia si ricava da alcune lettere che Alfonso indirizzò al duca di Mantova Federico II Gonzaga. Firmava ALFONS VS LOMB F.; ma non sapremmo quali delle

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medaglie di Paolo III attribuirgli.

Altre medaglie riporta l'Armand di Paolo III non conosciute

dal Bonanni, cioè: una anonima senza il rovescio, con il busto del

I ARMAND, II, p. 166, n. 5. Dm. 43. L'autore crede che il diritto non si

accordi con il rovescio, ma non ne spiega la ragione.

2 Id., I, p 224, n. 16. Med. del Museo di Firenze, br. dm. 36.

3 Id, I, p. 172, n 6. Dm. 43.

4 Manca all' ARMAND.

5 ARMAND, III, p. 52 D.

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papa.1 Altra anonima con FELICITAS TEMPORVM dell'anno XIII; una terza egualmente anonima con CENTVM CELLE INST. ANNO D MDXL, 3 che allude alla costruzione della fortezza di Civitavecchia.

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Alla Zecca di Roma si conserva il conio di una medaglia di Paolo III con ANNONA PONT. dell'anno XVI, che si riferisce ai provvedimenti presi da quel pontefice in previsione dell'anno prossimo giubilare. Differisce nella leggenda da quella riportata dal Bonanni al n. V.

Nel medagliere del Regio Museo di Firenze si trova una medaglia di Paolo III che ha il rovescio con il ritratto del pontefice a capo nudo e piviale, e la iscrizione PAVLVS. III. PONT. MAX. AN IIII. M. D. XXXVIII LEO, opera di Leone Leoni. Questa medaglia ha lo stesso diritto del n. XI del Bonanni riportato dall'ARMAND, I, p. 165, n. 16-17.

Un'ultima medaglia riporta l'Armand (I, p. 224, 17, dm. 38) con la veduta con la città di Parma, la stessa che si trova sopra una medaglia del Duca Pierluigi Farnese, firmata con il ▲, sigla del Gian Federico Bonzagna.

I Collezione ARMAND.

2 ARMAND, II, p. 167, n. 12, dm. 40; dal LITTA, Fam. Farnese.

3 Collezione ARMAND.

Serie de' conii di med. pont., ecc. p. 15, n. III.

DOCUMENTI

1534, 11 ottobre. Iacopo Balducci, maestro di Zecca, l'11 ottobre riceve, a saldo suo avere, Ducati 51 e Bol. 28, che restavano a suo credito di un mandato del 18 dicembre 1533 passato :

Habuit Ducatos quinquaginta unum, Bol. XXVIII similes a domino Iacobo Balduccio magistro Zecche et sunt pro totidem quos restat habere in suo mandato sub die XVIII decembris preteriti. (T. S. 1533-1535, ff. 18 vo, 62, 62 vo 67, 75. MÜNTZ, AMR., p. 32).

1534, 29 novembre. Ludovico de Capitaneis, fratello di Pompeo ucciso dal Cellini, è nominato pesatore della Zecca. (Vedi doc. 12 gennaio 1535).

1535, 5 gennaio. Il Tesoriere R.mo Ascanio Parisano vesc. di Rimini fa pagare, de pecuniis C. A. e per mano di Bindo de Altovitis e soci, a Benvenuto Cellini Scudi 50 d'oro del sole, per manifattura dei piombi apostolici ed ugualmente altri 50 Scudi per le stampe o conî della Zecca di Roma, per eumdem Benvenutum cum impressione insigna prefati S. D. N. pp. confectis. Ed egualmente Scudi 18 per provvisione dell' incisore di Zecca di tre mesi passati, a ragione di Scudi 6 al mese. (Arch. seg. Vat. Vita di Benvenuto Cellini, Soc. edit. naz., p. 583, doc. VIII).

Questo mandato è firmato Do de Juvenibus. Era camerlengo il card. A. Spinola.

1535, 12 gennaio. -Ludovico de' Capitaneis riceve la prima paga mensile di 6 Ducati, a dì 12 genn. 1535 (BERTOLOTTI, I, 269. T. S. 1535-1536 A. f. 103 vo., ecc.).

Questi mandati si succedono regolarmente fino all'anno 1550.

CAPITOLI DELLA ZECCA DELLA MARCA. 1

1535, 1° giugno. In primis che Mazzeo, conduttore di detta Zecca, possa battere o far battere Paulini d'oro, che ne vadin cento per libra, con remedio di mezzo denajo nel peso per libra, a lega de caratti 22 a punto allegati pro duo tertii in argenti et un tertio in rame: da una banda sancto Paulo con lettere a torno: S.PAVLVS VAS ELECTIONIS; dal' altra banda l'Arme di nostro Signore con lettere a torno: PAVLVS TERTIVS PONTIFEX MAX Renda la Zecca Scudi novantanove per libra d'oro della bontà soprascritta. 2

Item, che detto zecchiere possa battere Grossi Papali vulgarmente detti Julii; da una banda s. Pietro e dal altra banda l'Arme del Papa, a lega de uncie undece et denari uno con rimedio a denari uno per libra tanto ne la lega quanto nel peso, come nei Clementi et Julii di prima, et pesino den. 3, grani 2 e mezzo l'uno; et novantatrè pesino una libra. 3

Item possa battere e far battere la metà della sopradetta moneta cioè Mezzi Grossi della medesima lega con li medesimi remedii come di sopra; et pesi l'uno den. 1, grani 13 e un sesto; et ne vadia per libra 186.

Item Baiocchi con lettere da una banda sancto Pietro et da l'altra l'Arme del nostro Signore, cioè con lettere a torno: PAVLVS III PONT MAX a lega de oncie nove et denarii 18 per libra, con remedio de denari tre per libra nella lega, et a peso ne vadiano 930 per libra, con remedio di Baiocchi 10 per libra.

Item possa battere Quattrini, che tenghino per ariento denari vinti de fini, con remedio di denari duoi per libra; et ne vadin per

1 Diamo questo documento per esteso, quantunque non si riferisca alla Zecca di Roma, perchè ci fa conoscere il valore di molte monete di Paolo III che, contemporaneamente a quelle coniate nella Marca, si battevano in Roma, e perchè dal contesto del documento si rileva come, tanto nel conio, come nel peso e nella lega, quelle monete si dovevano uniformare a quelle coniate dalla Zecca romana.

2 Questi Scudi d'oro di Paolo III coniati nella Marca non sono stati ancora ritrovati e forse non furono coniati.

3 La libbra romana è di grammi 0.339071850 divisa in 12 oncie di grammi 0.028256; ogni oncia si divide in 8 ottave di grammi 0.003532; l'ottava si divide in 3 denari di grammi 0.001177; il denaro si divide in 24 grani di grammi 0.000049.

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