Grossi; di Ancona, Giulii del Giubileo (Mazzeo de' Mazzei zecchiere); di Bologna, Gabelle, Mezzi Carlini, Mezze Gabelle, Murajuole da 2 e Sesini; Scudi del sole, Mezzi Scudi, Bianchi, Giulii (Marcello Crescenzi, card. legato); di Avignone, Carlini (Alessandro Farnese, card. legato) e di Macerata. Il 27 gennaio 1552 il card. Camerario Guido Ascanio Sforza concesse alla comunità di Macerata il privilegio di coniare monete d'oro, d'argento e di rame del peso e qualità in uso nella Zecca di Roma 1. Sembra peraltro che di questo privilegio quella città non si sia valsa che per coniare alcune monete di mistura (CIN., n. 98). VALORI DELLE MONETE. Poche notizie abbiamo, riferibili al valore delle monete papali al tempo di Giulio III, e crediamo che durante quel pontificato non siano state fatte modificazioni rilevanti nè nella valutazione delle nuove monete nè per il corso delle vecchie, rimanendo inalterate le disposizioni del tempo di Paolo III. Le uniche variazioni avvenute sono quelle, delle quali abbiamo parlato, relative ai Fiorini di Camera che furono ridotti di fino a carati 23 ed ai Giulii che diminuirono di un grano nel peso, furono cioè dal taglio di 102 1⁄2 per libbra portati a quello di 104 per libbra. Il consiglio dei Dieci di Venezia addì 24 settembre 1551 deliberò che gli Scudi forestieri, dei quali dava l'elenco, si dovessero spendere per Lire 6 e Soldi 14 (veneti). Tra questi Scudi si trovano quelli di Paolo III che portano la dicitura VAS · ELECTIONIS ', S PAVLVS ALMA ROMA 2. . Diamo, a titolo di curiosità, i seguenti valori attribuiti alle monete papali, dal 1550 al 1591, dal Martini nella sua Metrologia 3. 1 Divers. Camer. Julii III, tom. 163, p. 9 v. 2 Vedi il fac-simile di quella deliberazione nella Rivista italiana di Numismatica, vol. XIII, p. 451. 3 Non sappiamo su quali basi il Martini abbia potuto fare questo ragguaglio. Partendo dal valore dell'oro monetato osserviamo che il Paolo o Giulio essendo la 10a parte del Fiorino o Ducato d'oro (grammi 3.38 circa, L. it. 11.60 cir.) dovrebbe ragguagliarsi a L. 1.16 e non a 0,6831, il Testone da tre Paoli dovrebbe valere L. 3,48 e non L. 2,049, e così via dicendo. Paolo o Giulio da 10 Soldi L. it. 0,6831. Carlino da 7 1/2 Soldi = L. it. 0,5123. L. it. 0,3416. Soldo o Baiocco da 4 Quattrini L. it. 0,0683. Quattrino = L. it. 0,0171. = Il Garampi ci dà il seguente valore dei Grossi Papalı (Giulii), per gli anni 1549-1565, riferendoli alla moneta romana del suo tempo (seconda metà sec. XVIII). Lega, oncie 11,1 di argento fino per libbra, cioè grani 62 10/205 Peso, grani 67 9/207 Valore assoluto Baiocchi 12 59/100 Valore relativo 3 Baiocchi 16 96/100 A questo proposito e per ciò che riguarda il modo di valutare le antiche monete in confronto con le moderne e gli antichi prezzi delle cose con gli attuali, crediamo opportuno riportare il testo di quanto il Garampi c'insegna: «Non è qui mia intenzione di trattare degli antichi prezzi delle grascie; articolo che molto interessa l'economia di ogni Stato; perchè un tale argomento troppo lungi mi devierebbe dall'impreso assunto monetario. Ma in genere notare mi giova l'errore di quegli, che non avendo il dovuto riguardo, nè all'intrinseco o alla qualità delle antiche monete, nè alla savia proporzione che i metalli hanno in diversi tempi avuta rispettivamente fra di loro, si avvisano, che nei secoli XIII, XIV e XV le cose tutte e le manifatture fossero a prezzi assai più vili, che non lo sono oggigiorno. Troppi riflessi bisogna avere prima di decidere francamente una tale questione. Il maggiore o minor prezzo di una cosa dipende dall'abbondanza di essa, dal suo consumo, dal lusso, dal commercio, dalla popolazione, dalla copia del denaro e dei metalli e da altre circostanze. Ma, prescindendo ancora da questi particolari accidenti delle cose medesime, allorchè ragguagliare se ne vogliano i prezzi, che anticamente ottennero, ai nostri odierni, conviene prima conoscere la 1 Vedi indietro le variazioni di peso che subi il Giulio. 2 Nella proporzione dell'oro e dell'argento del tempo del Garampi che era di 1 a 14 52/100 qualità delle antiche monete; ridurre il prezzo estrinseco di quelle che erano di minore e infima lega, a quello delle migliori e più pure di argento alle quali avevano relazione, e finalmente ragguagliare l'argento alla proporzione vegliante coll'oro tanto allora, che presentemente. Facendosi adunque opportunamente questi ragguagli potremo conoscere il valore che ebbero i generi, le grascie e le manifatture d'altri tempi». Quando queste siano ragionate in moneta effettiva d'oro, della quale se ne conosca l'intrinseco, non sarà difficile ricavarne l'equivalente valore in moneta moderna e corrente 2. MEDAGLIE. La medaglistica al tempo di Giulio III continuò la sua corsa ascendente, per virtù specialmente di Alessandro Cesati 3, dei fra 2 Abbiamo veduto come nel 1475 il prezzo di un moggio di grano fosse stato fissato a Fiorini due di Camera che corrisponderebbe oggi a L. it. 8.15 per ettolitro di grano. Infatti il Fiorino di Camera, nell'anno 1475, era tagliato a 100 pezzi per libbra, pesava perciò grammi 3,395 circa, che valutato al prezzo dell'oro monetato in L. 3,444 ci dà per il Fiorino il valore di L. 11,60 circa e perciò un moggio di grano (= ad ettolitri 2.8446) valeva a moneta odierna L. it. 23,20 che corrisponderebbe più o meno a L. it. 8,15 per ettolitro. Il vino nell'anno 1302 si vendeva a Soldi provisini 85 che oggi si possono valutare a L. 30,45. Il CAPOBIANCHI (Appunti ecc., p. 157) ci dà il valore del Soldo provisino nel 1303 a L. 0,35.8234. Essendo una soma antica di Roma eguale a circa 116 litri di vino, ne risulta che il vino si vendeva a L. it. 0,26 circa il litro. Un mulo nel 1302 fu comprato per le stalle pontificie a Fiorini 29, cioè per L. it. 336,40 e così le confetture andavano nello stesso anno a 10 Soldi la libbra, cioè a L. it. 3,58 circa! Una libbra di seta a Soldi 96 L. it. 34,36. Il piombo costava L. o.ro la libbra. Nel 1496, al tempo di Innocenzo VIII, per la guerra contro Ferdinando re di Napoli, i! grano sali al prezzo di 40 Carlini al rubbio cioè a 4 Fiorini o Ducati di Camera che corrisponderebbero a moneta odierna a L. 16.30 l'ettolitro. Nel 1490 rublum frumenti fu venduto Carlini 12, cioè circa a L. it. 4,90 l'ettolitro. Clemente VII, come già abbiamo veduto, nell'anno 1524 stabili che il prezzo del frumento non dovesse superare i 18 Giulii per rubbio (L. it. 7,35 circa l'ettolitro. A questo proposito vedi anche l'opera, non recente, ma pure tanto utile per le nostre ricerche, di DUPRÈ DE ST-MAUR: Essai sur les monnaies, ou reflexions sur le rapport entre l'argent et les denrées, Paris, 1746; e quella del CARLI RUBBI, Delle monete d'Italia, tom. III, Diss. VII, p. 34. 3 Il Vasari, a proposito di questo medaglista, così si esprime: « Ma molto più ha passato innanzi a tutti in grazia, bontà ed in perfezione e nel telli Bonzagni di Parma, del Cavino di Padova e di altri medaglisti rimasti finora anonimi, quantunque alcuni abbiano firmato con le loro iniziali le medaglie da loro incise. I documenti d'archivio sono muti, salvo rare eccezioni, sul conto di questi artisti incisori che probabilmente eseguivano quei lavori per conto proprio o di personaggi al difuori della C. A. e della Corte pontificia. Ecco la nota di queste medaglie fino ad oggi conosciute. In occasione dell'anno santo 1550 furono coniate molte medaglie con la Porta santa e sono opera quasi tutte dell'incisore della Zecca di Roma Gian Giacomo Bonzagni che ai 14 gennaio 1551 ricevè 50 Scudi d'oro dal papa « per mancia per le medaglie da lui fatte della Porta Santa » '. Di queste medaglie commemorative abbiamo molti differenti esemplari con le diciture: IVLIVS · III · PONT · MAX · ANNO · IUBILÆI e nel rovescio IVSTI INTRABVNT PER EAM AN DNI. MDL ROMA, Porta santa 2, ovvero HAEC PORTA DOMINI IVSTI INTRABVNT PER EAM ROMA 3. MDL con ANNO I SVRGE ROMA, invece di ANN IVBILEI ed anche MDL APER VITET · CLAVSIT ROMA 5, Porta santa e piccolo stemma papale in basso a sin. e variante con AN IVBILEI APER VIT . ET CLAVSIT MDL, Porta santa 6. Si trovano esemplari con la Porta santa che hanno nel diritto IVLIVS III · PONT· MAX ed A v che l'Armand' crede sia la firma di un medaglista che lavorò in Roma dal 1550 al 1555. Altri vi legge A(NNO) V, ma questa data sarebbe un anacronismo evidente essendo il 1550 l'anno primo del pontificato. l'essere universale Alessandro Cesati (il Vasari lo chiama Cesari), cognominato Greco, il quale nei Cammei e nelle ruote ha fatto intagli di cavo e di rilievo con tanta bella maniera, e così in conj d'acciaio in cavo con i bulini ha condotte le minutezze dell'arte con quell'estrema diligenza, che maggior non si può immaginare » (VASARI, V, p. 385). 'M. BERTOLOTTI, Artisti modenesi e parmensi in Roma. 2 ARMAND, II, p. 215, 4, dm. 39 e III, 102 A. 3 ID., 5, dm. 45 e III, 102 C; BON., I, 243, III; Med. Fir. 4 ID., III, 102 D, dm. 27; Gabinetto di Francia. 5 ID., III, 102 B., dm. 45, BON., I, 243, V. 6 ID., II, 102 E, dm. 27; Gab. di Francia; BON., I, 243, XXXIX. 7 ID., III, 80, A. B., dm. 30. Noi crediamo si tratti di medaglie ibride, messe insieme in tempi posteriori con le matrici dei conî antichi, senza tener conto di quella incongruenza, cosa che si è spesso verificata, come avremo occasione di notare in seguito per altri esemplari '. Un'altra medaglia, avente la Porta santa nel diritto, con IVLIVS III PONT・ MAX AN PRIMO e nel rovescio il busto di Gesù Cristo nimbato e la dicitura BEATI QVI・ CVSTODIVNT · VIAS MEAS, è attribuita al Cesati (Grechetto). Questo rovescio lo abbiamo descritto in una medaglia della Sede vacante 1550 e lo ritroviamo in una di Giulio III dell'a. III 3. Con la Porta santa abbiamo un'altra medaglia che ha nel giro del rovescio IVLIVS · ROMA e nel diritto il busto del pont.a d. e IVLIVS · TERTIUS · PONT · MAX Altra con la Porta santa e IVLIVS TERTIVS TERTIVS PONT· OPT · MAX ANNO IVBILEI A V PONT OPT · MAX ANNO IVBILEI ROMA nel diritto e nel rovescio DIVO · PETRO APOST PRINCIPI A MD L3, busto di S. Pietro nimbato. Questo rovescio di artista anonimo si trova egualmente sopra una medaglia di Giulio III che nel diritto porta il ritratto. del pontefice e IVLIVS · III · PONT MAX ed in altra con IVLIVS · TERTIVS PONT OPT MAX, stemma del papa 7. . 6 8 Nel Medagliere del R. Museo nazionale di Firenze si conserva una medaglia ibrida d'argento che ha quello stesso rovescio con AMDL mentre nel diritto vi si legge l'a. II del pontificato cioè l'anno 1551. Questo pezzo porta sotto il busto del pontefice la sigla dello zecchiere Ceuli ✪ ed ha il diametro di mm. 28, cioè eguale a quello creduto un Testone del quale abbiamo parlato a p. 14, coniato l'anno III con GENS REGNVM - QVOD NON SERVIERIT PERIBIT. Questi dati hanno per noi una certa importanza perchè ci fanno sempre più perplessi TIBI Vedi la med. di Giulio III con il piano del porto e della fortezza di Civitavecchia eseguiti sotto Paolo IV. 2 ARMAND, III, 76, F., dm. 33; BON., I, 243, XXIII; Museo di Parma; Med. di Firenze. 3 ID., G., dm. 33. 4 ID., 80, B., dm. 30; BON., I, 243, IIII; Med. di Firenze, dm. 27. 7 ARM., III, 258, D., dm. 27; Gabinetto di Francia. 8 Med. di Firenze, arg. dm. 28. |