ANNALI DELLA ZECCA DI ROMA GIULIO III. (7 FEBBRAIO 1550 - 23 MARZO 1555). (a) Dopo circa due mesi dalla morte di Paolo III quarantotto cardinali, riuniti in conclave, elessero pontefice Giovanni Maria de' Ciocchi del Monte, romano, che, il 22 febbraio 1550 fu coronato col nome di Giulio III '. Il nuovo Papa aveva settantadue anni. Il canonico Audisio 2 così lo definisce : « Concedendo che l'animo di Giulio III valesse meno in profondità che in superficie; che fosse un capriccio l'elezione di un giovane familiare alla porpora; che alla villa da lui fabbricata fra Porta del Popolo e Ponte Molle, desse più tempo e pensiero, che a papa convenisse; che nella propostasi neutralità politica, quasi sforzato dal Farnese e da Carlo, non perseverasse; egli però, di legazioni per la pace non fu scarso; nel suo giubileo la Trinità a ricovero dei Pellegrini, e per sollievo dei convalescenti, fu aperta, provvide alla carestia, fu benefico e pronto all'ira, egualmente al deporla, stimò grandemente i teologi Fabro, Lainez e Salmerone; confermò la società di Gesù, fiorentissima di uomini e di frutti; istitui il collegio Germanico, semenzaio di apostoli contro le nuove eresie, e vi prepose il gran discernitore e fondatore Ignazio di Loiola. Rimosse dal napolitano l'acerba e ladra inquisizione spagnuola che i beni degli eretici confiscava allo Stato, e di Venezia riprovò l'inquisizione politica con manto religioso, mischiandosi i laici nei delitti di eresia. Ritornò alla fede ed all'unità i Siri nestoriani. Creò, sebbene con poca utilità, una congregazione di cardinali per la riforma... proclive a tolleranza, dove non si compromettesse la fede ». Anche questo papa fu affetto di nipotismo e lasciò a Balduino suo fratello il ducato di Camerino sua vita natural durante. Ottenne per i parenti (a) Medaglia di G. Gavino; ARMAND, I, 183, 27, dm. 48; Medagliere Vaticano. 1 In questa occasione la Zecca di Roma coniò una moneta d'argento (Testone) con il motto RERVM TIBI SVMMA POTESTAS. e la figura del papa genuflesso che riceve le chiavi da S. Pietro (ScILLA, p. 45 e p. 238), GUGLIELMO AUDISIO, Storia religiosa e civile dei Papi. Roma, 1867. onori e ricchezze e li preferi nelle migliori dignità. Mori il giorno 23 marzo 1555 non molto rimpianto dal popolo di Roma che pochi benefici aveva ritratto durante il suo pontificato, se si eccettua quello derivatogli dal concorso dei pellegrini nell'anno santo giubilare 1550 1. I. A pochl lavori monumentali associò il suo nome. L'unico che merita menzione è la villa suburbana che questo papa fece edificare a destra della via Flaminia e che oggi porta il nome di Villa di Papa Giulio. Una medaglia attribuita al Cesati porta inciso il disegno del primo progetto dell'edificio principale della villa 2. Un'altra di anonimo autore ci mostra la facciata della chiesa di S. Pietro in Montorio, ove Giulio III fece erigere due sepolcri ai suoi parenti. Una terza ricorda la costruzione del faro del porto di Civitavecchia. Un'altra medaglia di Giulio III che si trova nel medagliere del R. Museo di Parma riproduce il piano del porto e della fortezza di quella città, lavori che peraltro furono eseguiti al tempo di Pio IV. In Vaticano si deve a Giulio III la costruzione della Biblioteca privata nell'aula detta di Costantino ed altre opere di poco conto. ZECCA. Quando Giulio III sali sul trono la Zecca di Roma si trovava appaltata a Gerolamo Ceuli, mercante pisano, fin dal giorno. 1° di luglio 1549, per anni sette, sotto il camerariato del cardinale Guido Ascanio Sforza, e mentre era tesoriere il vescovo Giovanni Poggio, cui successe Pietro Giovanni Aleotti vescovo di Forlì. A governatore di Roma fu nominato Filos Roverella, vescovo di Ascoli (Breve n. 65) cui successe, nel dicembre 1550, Gio. Michele Saraceno vice camerlengo e poi cardinale nel 1550. Incisori della Zecca erano Alessandro Cesati, detto il Grechetto, e Gian Giacomo Bonzagni di Parma. Troviamo poi nella seconda metà dell'anno 155c come presidente della Zecca, Antonio Altoviti, arcivescovo di Firenze, che in tale qualità con 1 Il Ciacconio a proposito di questo anno santo così si esprime: Fuit hic primus annus Pontificatus, inter eos quos Populus Romanus vidit laetissimus non modo ipsa Jnbilaei festivitatem et diversarum gentium in Urbem constituentium multitudine, sed ipsa etiam Pontificis humanitate, et incredibili in reggendo Pontificato temperantia, qua nec in puniendo acerbus, nec indulgendo remissus, omnium civium, et populi animos grato imperio beneficientia et mansuetudine promereri cupiebat». Molte monete e medaglie di Giulio III ricordano i principali avvenimenti del suo pontificato e ci riferiremo a quelle per illustrarli. VIR II BONANNI, che riporta il disegno di questa medaglia con la dicitura FONS GINIS VILLAE IVLIAE, dice che il palazzo della villa fu costruito sotto la direzione di Michelangelo e che la fonte dell'acqua Vergine è opera del fiorentino Ammannatò Bartolomeo, autore dei sepolcri del card. Ant. del Monte, e di Fabiano del Monte che Giulio III fece erigere in S. Pietro in Montorio, e del collegio dei Gesuiti, oggi detto Collegio romano. |