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Come là sulle rive di Penéo

Resto confuso e sbigottito in faccia Febo che Dafne d'abbracciar credeo,

E ritrovosso un tronco tra le braccia, Tale il Vecchio vedendo, oh caso strano! L'asin mutato in frato francescano.

Chi sei, gli disse, e dove è l'asin mio ?
E il ladro tutto pieno di bontade,
Caro fratel l'asino tuo son io,

Perdona alla mortal fragilitade;

Odimi, che a narrarti ora, o buon vecchio,
Le mie strane avventure m'apparecchio.

Un frate io son, come tu vedi amico,
Che solitario e pio nella mia cella
Vissi con opre sante e cor pudico;

Ma un dì per aver rotta una scodella,
Ch'era nuova, il guardian tutto adirato
Mi maledisse, e in asin fui cangiato,

E condannato a viver sotto al basto

Fui per cinque anni; oh quante volte pesto

Fu dal bastone, e maculato e guasto

Il tergo mio! Che piu? tu intendi il resto,

I morsi, I calci, I guidaleschi, I duoli :
Ah se non piangi, di che pianger suoli?

Ma finalmente il termine è compito,

Che alla mia pena avea prefisso il cielo, Compito è in questo punto, e rivestito

Ho, come veder puoi, l'antico pelo : L'ingiurie, perchè son d'indole buona, Mi scordo amico, io ti perdon, perdona.

Benchè credesse, da stupore oppresso,

A prodigio sì strano il Villanello,
Pur mal soffría, dovere a un tempo stesso
E perder l'olio, e perder l'asinello;
Disse; di te sia pur quel che vuol Dio,
Ma la soma dov' è dell' olio mio ?

L'olio, rispose, da invisibil mano

Portato fu miracolosamente

In custodia del Padre Sagrestano,

E per un anno almen chiara e lucente Farà per te la lampana bruciare

Di san Francesco innanzi dell' altare,

E ti sarà dal ciel centuplicato,

E ad ogni goccia ch' arda ogni momento, Un peccato saratti scancellato ;

Addio, buon vecchio, la campana io sento, Che chiama al refettorio; è tempo ch' io Dal fieno torni alla mia broda, addio.

Cio detto, deleguossi, e lasciò ratto

Il Vecchio mezzo tristo e mezzo lieto, Se è tristo per la perdita che ha fatto,

S'allegra, che del Ciel l'alto decreto Abbia prescelto almen la sua persona, A fare un' opra sì devota e buona.

E ritornato a casa in mente aggira
Per molti giorni sì strano accidente,
E compassiona I frati, e pensa, e ammira,
Quanto puniti sien severamente;

E la vita serafica gli e' avviso,

Che sia la vera via del Paradiso.

Avvenne poi, che da quei ladri un giorno
Al mercato fu l'asino condotto;

Vi venne a caso il Vecchio, e appena intorno
Lo sguardo a lui rivolse, che di botto
Riconobbe del suo . non so s'io dica,
Asino o frate la sembianza antica.

E poichè l' ebbe riconosciuto,

E riguardato in questa parte e in quella, Affè, disse, il buon frate è ricaduto

Nel fallo antico, e ha rotto la scodella,
Ed il Guardiano senza discrezione
Posto ha in opra l' usata punizione.

Poi se gli fece appresso, e nell' orecchio
Gli susurrò pian pian, se gli era desso,
E l'asin, quasi rispondendo al Vecchio,
Un raglio così flebile ebbe messo,
Che il buon Vecchio credette in verità,
Che piangendo chiedesse a lui pietà.

E tal compassion sentí nel petto,

Che era devoto, e anch' esso mezzo frate, Come terziario al loro Ordine addetto, Che, per scamparlo dalle bastonate, Ad ogni costo disegnò comprarlo, Tenerlo appresso, e sempre ben trattarlo.

Finch' egli avesse poi di penitenza

Passato il tempo, ed il perdono avuto : Sen venne tosto al venditore, e senza Molto mercanteggiar, gli fu venduto ; A casa il tragge, e per non fargli male, Non lo stimola mai, nè su vi sale.

La stalla poi gli fa polita e bella,
L'intonaca, l' imbianca e la dipinge;
Come stalla non già, ma come cella

Ei la riguarda, e intanto innanzi spinge Le cure sue, ch' ei vuol che in compagnía D'altri animali l'asino non stia.

La biada, e l'erba fresca e saporita

Gli dà di propria man copiosamente, Sta sempre in posa, onde a sì dolce vita

L'asino ingrassa, e il pel si fa lucente; Ei con attenta man gli è sempre intorno, E lo striglia, e lo pettina ogni giorno.

Gli amici, che 'l vedean tanto occupato
Dell' asino, e di lui quasi invaghito,
Cominciavano a crederlo impazzato,

O almen per la vecchiaja rimbambito : Ei serio dice lor, che fra qualche anno Un prodigio in quell' asino vedranno ;

E in segreto a qualche animo devota

Dell' ordine sèrafico, il mistero Disvelar volle, e far l'istoria nota; E tutto fu creduto di leggiero : Che i prodigj, i miracoli, i portenti Credono di leggier le grosse genti.

Quando i cinque anni a spirar furon presso,
Quasi ogn' istante a visitar venía
L'ospite suo, e vi venian con esso
I più devoti a fargli compagnía;
E stavano aspettando in orazione
La grande e memorabil mutazione.

Così gli Ebrei fra i cantici discordi,
Per l'ornate di faci e corte e loggie,

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per

li chiassi puzzolenti e lordi,

Di manna aspettan le bramate pioggie; E così l'ora e il giorno memorando,

Che apparisca il Messía, stanno aspettando.

Tutto il tempo prefisso alfin trascorse,
E l'asino tuttora asino essendo,

Pria restò alquanto il semplice uomo in forse,
Poi pensò meglio, e disse: ora comprendo,

A un recidivo nello stesso fallo,

Di sua pena è più lungo l' intervallo.

Più anni indi passaro, e il Vecchio pio

All' asin fu fedele infin ch' ei visse,

Che grasso grasso in pace afin morío :

Lo pianse il Vecchiarello, e adunque disse,

Avea 'l crudel guardiano statuita

La pena sua, ch'ei fosse asino a vita?

Poi scorticollo, e l'onorata pelle

In memoria serbar si volle almeno,

Che ricucita le sue forme belle
Riprese e piena d'odoroso fieno

Sta ritta, e mostra ancor le antiche membra,
Ed un asino vivo a tutti sembra.

E l'istoria restó per tradizione
In quel paese, dove avvenne il caso,
E non sol fra le semplice persone

E il dubbio tuttavia quivi rimaso,
Ma fra le genti ancor bene educate,
Se quella è pelle d'asino o di frate.

THE FRIAR-ASS.

Now autumn's mists to winter winds give way,
And the long evening closes in the day,

Dear girls, as round the blazing hearth we cower,
Say shall a story cheat the lingering hour?
Slander shall nothing for our tale supply,

To feed our mirth no reputation die :

No word but ye might speak these lips shall pass.
Judge ye; my heroes are an old man and an ass.

There lived an old man then, whose reverend head
Had been with age's honours long o'erspread;
His feeble back and shoulders downward weigh'd,
His hearing much, and much his sight decay'd ;
Opprest beside with thousand evils more
That vent their cruel spite on poor fourscore.
In a far hamlet safe from noise and strife,
A countryman, he past his quiet life.
Store he had much, but so devoutly spent,
It seem'd for pious uses only lent;

His doors were ever throng'd, a goodly sight,
With friars of all shades from black to white :
And passing to and fro the livelong day,

They many blessings left and bore much grain away.

Once to the castle near, so goes my song,
Laden with oil an ass he led along.

Reck'ning his profits, and what share of gain,
Might fairly to the Gossip's part pertain,
What to St. Francis ; on his way he went,
Like one on deepest meditation bent.

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