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ragione ai Piacentini di ogni loro controversia nel Parmigiano (a).

Ma sebbene queste proposizioni sembrassero molto acconcie al bisogno, non appare già che le parti le accettassero, sì perchè non si trovano solennemente da verun arbitro collaudate, nè da Notajo alcuno ricevute, come ancora perchè le ostilità continuarono, veggendosi tornati i Piacentini l'anno appresso con

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1150mano armata a Tabiano, ed averlo distrutto (b). Nè sembra che fossero per altra istigazione che de' Piacentini distolti ad un tempo i Reggiani dall'amicizia di Parma, acciò molestandola sotto pretesto di turbati confini (c), la obbligassero a divider le forze, con lasciar adito a Piacenza di meglio far sue vendette. La qual doppia inimicizia tanto al nostro Comune pericolosa, disapprovandosi da' Modenesi amici cordiali di Parma, li mosse a rinnovar volentieri con questa Città l'alleanza; a chieder la quale è probabile che adoperato fosse Aicardo da Cornazzano Proposto della nostra Cattedrale, giacchè nel 1151 Gennajo del III, in cui fu stretta, egli trovossi in Modena (d). Questo qualificato soggetto, che vedremo fra non molto Vescovo di Parma, e ci darà

(a) Appendice N. LXI.

(b) Chron. Plac. ad an. 1150.
(c) Sigonius De Regno Italiæ
Lib. XII.

(d) Aicardo era Preposto fin dal
1145. Che fosse della famiglia da
Cornazzano si legge espressamente
in documento del 1149, ove fu
detto: Aicardus de Cornacciano San-

&e Parmensis Ecclesie Prepositus. Archiv. Capit. Sec. XII N. XXXVII. Del Gennajo del 1152 abbiamo un Istrumento actum in urbe Mutina in domo Eurardi de Florano, per cui Aicardus nobilissimus Prepositus Ecclesie Sancte Marie de Civitate Parma livello alcuni beni a certe persone di quel Contado.

argomento di storia, era uomo di grande autorità, molto intraprendente, e della patria amantissimo, onde avrà usato tutte le forze sue per impegnare a nostro vantaggio i Modenesi, i quali si obbligarono ad essere in ajuto de' Parmigiani, e combattere a loro difesa dal Reno sino al Borgo di Fiorenzola, e dalle Alpi sino al Po tre volte l'anno, l' una per lo spazio di quindici giorni con cavalli e fanti a spesa e perdita de' Parmigiani, e le altre due con soli cavalli a proprie spese e a perdita de' nostri, con altre condizioni onestissime. E perchè i Reggiani si erano irragionevolmente dalla primiera lega distolti, si lasciò loro aperto l'adito a rientrarvi sino al termine dell' Ottava di Pasqua, a condizione che riunendosi in amicizia, fosse rimesso all' arbitrio de' Consoli Modenesi il sentenziare come purgar dovessero il fallo commesso nell' offendere i Parmigiani : che se voluto avessero nel loro capriccio d' inimicizia durare, allora i Modenesi sarebbersi dichiarati loro avversari, mantenendo guerra per ben venti anni, giacchè per altrettanti stretta volevasi tal società (a).

I fatti insegnano che anche i Reggiani disprez zaron la pace, mentre dopo aver sofferto i nostri varie molestie, fecero sul Contado loro una impetuosa irruzione il giorno 18 di Agosto del 1152 scor-1152 rendo la campagna sino alla Secchia, derubando, e ardendo senza pietà le ville. Vollero i Reggiani uscir di Città, onde ai devastatori far fronte: ma

(a) Appendice N. LXII.

la

raccoltisi questi a sostenerne l'assalto, e postili in
fuga, rapidamente li raggiunsero non lungi dalle
porte di Reggio, e fattili prigionieri a Parma li
guidarono con molta festa (a). Ciò che aggiugne il
Sigonio, cioè che rilasciandoli poi per la prossima
solennità dell' Assunzion di Maria Vergine, e met-
tendoli ad uno ad uno fuori di carcere, godessero
dileggiarli, percuotendoli di uno scappellotto su
nuca, e mettendo loro in mano un bastoncino per
arme (b), non è senza suffragio di antico Scrittore,
come l' Affarosi si sforza di assicurare (c), giacchè
di tale scherno fece motto Gioanni del Giudice, che
aggiugne ancora l'obbrobrio di una mitra o berret-
tone ridicolo posto a' medesimi in capo (d). Simili
tratti di avvilir i nemici dopo averli oppressi,
erano vicendevoli gentilezze di que' tempi
barbari

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ancor

Nè i Piacentini sospendevano le loro molestie Dopo aver l'anno innanzi distrutto Fornovo (e), che il Poggiali crede esser il nostro, posto di qua dal

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Taro a piè del colle (a), ma potrebbe anch' essere Fornovo del Cremonese nominato con Soncino e Piadena in varie carte presso l' Ughelli (b), tornarono 1152 sulle Terre Parmigiane del Patrimonio di Pelavicino da essi pretese, e distrussero il Castello di Medesano (c), ajutandoli probabilmente i Borghigiani omai invaghiti di soggiacere a Piacenza. Irritate le squadre Parmensi più non seppero frenar lo sdegno, e portate le armi a Borgo S. Donnino il giorno 20 di Settembre, a viva forza lo presero, e incatenati gli abitatori, che strascinarono a Parma, sparse

ro

in quel misero Castello da ogni parte le fiamme (d). Eccettuata rimase la sola Chiesa dal fiero incendio, come dice la Cronica di Piacenza (e), e ciò pel solo rispetto alle ossa del Santo Martire nella medesima venerate

Allora i Piacentini pacificaronsi co' Cremonesi, e restituendo loro i prigionieri, e cedendo a' medesimi il dominio di Castelnuovo di Bocca d' Adda (f), se li rendettero amici per averli compagni nel deprimere le nostre forze. Però vennero insieme nel 1153 a danneggiare questi paesi; ma incontrati fi-1153 nalmente dalle milizie Parmigiane il giorno 25 di

(a) Tom. IV pag. 221. (b) In Episc. Cremon.

(c) Anno Christi MCLII Castrum Medesane Parmensium destructum fuit per Placentinos. Chron. Plac. Il Poggiali vuole che due volte si guerreggiasse a Medesano, cioè nel 1150, e nel 1153 T. IV pag. 129

(d) Item eodem anno ( 1152 ) in vigilia Beati Mathei Parmenses ceperunt, & combusserunt Burgum Sancti Donnini, & omnes Burgenses in captivitatem duxerunt. Chron. Parm.

e221.

(e) Chron. Plac. loc. cit.

(f) Chron. Consul. Plac. ad an.

1153.

Giugno ebbero una memorabile sconfitta, perdendo gran numero d'uomini, parte morti sul campo, e parte tratti in cattività. Il luogo di tale giornata nella nostra Cronica dicesi Casalunculo (a), il Sigonio lo chiama Casalecchio (b), e il Cavitello lo appella Campo Cassiculo (c). L' Angeli seguendo il Sigonio crede altro non essere il luogo di Casalecchio se non se Collecchio (d), e a lui sottoscrivesi il Poggiali (e), senza riflettere che dal solo Statuto di Parma s'impara altro essere Collecchio situato nel Quartiere di Porta Parma, ed altro Casalecchio posto nel Quartiere di Porta Benedetta (f), cioè appunto nella parte riguardante il Cremonese, dove è più probabile che nascesse l'incontro delle schiere nemiche. E perchè dopo questa battaglia declinarono i nemici a Guastalla posseduta in parte dai Monaci di San Sisto di Piacenza, e in parte dai Cremonesi, e però da essi gagliardamente munita; incoraggiti i Parmigiani dalla riportata vittoria colà marciarono arditamente, e vi combatterono sì risoluti, che la

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