Note. 1) Conosciuti sotto vari nomi di patarini, di bulgari, di pauliciani, di catari; fra gli slavi avevano quello di bogumili, a Dio cari. I loro dogmi in origine quelli de' manichei, perchè da questi propaginati; in seguito confusi e alterati per commescolamento loro con sette che sorsero e si spensero nello spazio della loro esistenza. Abborrenti ogni autorità divina ed umana, si davano al pietismo male inteso, sul fare dei presenti giansenisti; vivevano in braccio alla ragione individuale, per cui ogni terra, ogni città, ogni famiglia, dissentiva l'una dall' altra ne'punti di fede, e nelle private pratiche di religione. I dogmi professati dai patarini orientali, poi sparsi fra gli slavi, secondo Eutimio Panaplio e Zigabeno, storici greci, i seguenti sono riferiti dal Bomman: „dividevano in sette parti la Sacra Scrittura escludevano la Genesi, ed ammettevano i due principii secondo il sistema dei manichei molte cose storiche della Scrittura prendevano in senso allegorico ammettevano in Dio un corpo di materia più sottile non consideravano nella Trinità l'essenza divina se non nel Padre, le altre due persone giudicavano come semplici attributi dicevano, che Gesù Cristo era lo stesso che l'arcangelo Michele creato da Dio per opporsi al principio malvagio - che un certo Satanaello lanciato sul caos, allora invisibile e informe, tenesse consiglio co' suoi angeli per gareggiare coll'eterno Padre, e fabbricasse la terra che questo Satanaello avendo impastato della creta coll'acqua, aveva creato un corpo, da cui se n' era formato un serpente, ma non sapendo come animarlo avesse chiesto aiuto dal Dio Padre colla condizione che una tale creatura diverrebbe comune ad entrambi e potrebbe occupare le vuote sedi nel cielo che lo stesso Satanaello cangiatosi in serpente avesse con Eva generato Caino, per lo che il Dio Padre l'aveva privato del divino aspetto e della facoltà di creare che ai demonii nessuno poteva resistere in fuori del Padre eterno che questi demonii avevano la loro abitazione ne' corpi degli uomini e li costringevano a tutte le iniquità che per ricuperare le sedi celesti avevano procurato di trarre i figli dal commercio delle femmine, donde erano nati i giganti, i quali unitisi poi cogli uomini a combattere Satanaello, erano da esso stati annegati col diluvio ch' essi nell' insegnare la loro dottrina avevano lo stesso merito che ebbe la Vergine nel dare al mondo il Verbo incarnato Confondevano il vero battesimo col battesimo di san Giovanni, e l'impartivano senza acqua coll' imposizione del vangelo di san Giovanni, coll'in vocazione dello Spirito Santo, e col canto del Pater noster rigettavano l'Eucaristia, e ad essa sostituivano la quarta petizione del Pater noster tenevano il matrimonio per impurità sprezzavano i vescovi e tutti i ministri della Chiesa. Nel resto, si astenevano dalle carni, dal cibarsi di ranne, chiocciole etc., in ciò facevano consistere tutta la loro virtù. Pregavano frequentemente senza mai nominarvi la Triade santissima: sprezzavano gli altri uomini, massime quelli che attendevano allo studio delle lettere., Di queste e di altre pratiche andava infetta quella società, di cui disse Anna Comnena di sentirne rossore nell'udirle narrare: di queste in buona parte, e di altre, van guasti generalmente i superstiziosi figli di Fozio, diffusi per la Bossina e l' Erzegovina. 2) Fu abbrucciato vivo a Costantinopoli per ordine di Alessio Comneno. Il rogo fu decretato pure a Traù e a Spalato. 3) Storia degli Italiani. Cap. 89. 4) Anche fra Ranerio Saccone da per origine delle chiese di Francia e d' I talia quella di Bulgaria e Drungaria. Vigerio. Addiz. p. 2. 5) Epist. Innoc. III. ap. Raynal. ad an. 1200. n. 46. *) Lett. di Onorio III, scritta nell' anno nono del suo pontificato. 1) Anche tutt' oggi v' ha nei principati danubiani una comunità degli antichi patarini, conosciuti sotto il nome di škopci, evirati, abborrenti il matrimonio, e qualunque autorità civile ed ecclesiasticn. *) Matthaeus Parisius in Hist. Anglicana ad an. 1223. 10) Montalembert. Ivi. 1) Sexto conversionis ipsius anno, ad praedicandum Saracenis et aliis ad partes Syriae ire disposuit. Verum ventibus non secundis flantibus, compulsus est partes arripere Sclavoniae. Geremia Bucchio dal libro Conformitatum di Bartolomeo da Pisa - Harold Wading. tom. 1. ad an. 1212. San Bonaventura. Leg. cap. 9. 12) Dalmatiae provinciam fundavit sanctus pater noster Franciscus anno 1212, quando solvens littore Asculano iturus in Syriam, felicibus euris appulsus est Jaderam. Mem. del p. Ottavio Spader. 13) La Dalmazia troviamo spesso appellata col nome suo proprio, spesso con quello di Schiavonia. Nei brevi e nelle lettere dei Pontefici riscontriamo intitolazioni: archiepiscopo Jadrensi, episcopo Traguriensi in Sclavonia; talvolta episcopis univervis Istriae, Dalmatiae et Sclavoniae: intitolazione ai Provinciali della Dalmazia, Ministro provinciae Sclavoniae, ora provinciae Dalmatiae. Dante disse schiavi i venti settentrionali della sponda opposta all' Italia: "Si come neve, tra le vive travi, E Ariosto, per indicare i due mari che corrono l' Italia da mezzogiorno e da settentrione: "Come Appenin scopre il mar Schiavo e il Tosco "Dal giogo onde a Camaldoli si viene. 14) Geremia Bucchio. lib. conform. 15) Storia civile ed ecclesiastica della Dalm. ecc. tom. 1. lib. 6. 16) Professarono la regola appena nel 1247, sotto l'arcivescovo Periandro, differita sino a quell' anno per le discordi opinioni delle Suore, ingenerate dai scrupoli degli antecessori di Periandro. 1) Aliquot epitaphia et sepulchra, hoc in conventu ante 300 annos eruta facillime indicant s. Franciscum Hierosolymam petentem, hunc locum visitasse ; praesensque monasterium, quod sibi temporis successu sacratum evasit, pro primaevae illius paupertatis exigentia, ex Jadrensium facultatibus fundasse. Franc. Gonzaga: De origine seraphicae religionis franciscanae. tom. 1. 18) Documento I. 20) Documento II. 21) La testimonianza d'onore renduta da Gregorio nono alla memoria del santo Patriarca per le sue virtù e pei suoi meriti verso la Chiesa di Gesù Cristo, ebbe poi solenne sanzione quando si statuì che nella incoronazione dei Pontefici alla orazione dello Spirito Santo e di Maria Vergine si aggiungesse pur quella di s. Francesco d'Assisi. In Coronatione Papae tertia Collecta canitur de S. P. N. Francisco. Canitur enim prima de Spiritu sancto, ut illuminet; secunda de B. V. Maria, ut protegat; tertia de S. P. N. Francisco, ut sicut reparavit Ecclesiam, eamdem sustentet. 22) Tommaso arcidiacono. Stor. Sal. cap. 25. ... 23) Il testamento di Lucio Dessa isvela l'antichità di questo cenobio, e l'arrivo de' suoi abitatori Anno Incarnationis D. N. Jesu Christi millesimo ducentesimo trigesimo quarto.. D. Gregorio IX summo Pontifice sacrosanctae Ecclesiae praesidente Ego Dessa Luce q. filius praefatum periculum mihi imminere metuens, cum sanus essem tam mente, quam corpore, assensu D. Stanae uxoris meae requisito, testamentum, quod post meum obitum volo irrefragabiliter observari, si, quod absit, absque linguae proprie loquelae me obire, contigerit, duxi praesenti pagina diligentissime subnotandum Cum etiam verissime polliceatur Dominus se daturum centuplum et insuper vitam aeternam relinquentibus propter namen suum vineas et agros, operae praetium duxi eidem Domino inservientibus universa, quae possideo, largienda, adoptans loco carnalium filiorum, quibus careo, spirituales filios, imo patres, Fratres scilicet Minores, ad quorum receptaculum et utilitatem ecclesiam ad onorem Dei et gloriosae V. M. cum murorum ambitu et domibus fabricavi prope civitatem Traguriensem, et adhuc feliciter in carne vivente. qui Minorum Fratrum ordinis et religionis primus praelatus extitit et minister, per manum D. Treguani memorati Episcopi eamdem ecclesiam faciens consecrari ... 24) Tommaso arcidiacono. Stor. Salon. cap. 47. 25) Ivi. 26) Ivi. 27) Breberii custodiae jadertinae jacet frater Andreas Albanensis qui post mortem in ipso meridie nullo ex custodibus vidente, apparuit duobus captivis, qui illum invocarunt, eosque a vinculis et carcere, januis et compedibus illaesis, liberavit. 28) Tommaso arcidiacono, dove parla del pallio dell' arcivescovo Ugrino, ha queste parole:.. palliumque tradidit ex mandato apostolico in manibus Bartholomaci Scardonensis episcopi, eidem Archiepiscopo assignandum. Idem tamen episcopus licet iam relicto saeculo Fratrum minorum religionem intrasset, voeatus tamen Spalatum venit, pallioque, ut ei mandatum fuerat, Hugrinum archiepiscopum investivit. 29) Facultas guardiano, et FF. Ord. Min. civit. Sibenicen. provinciae Sclavoniae concessa recipiendi locum ipsis per cives Sibenicenses infra eamdem civitatem assignatum, in recompensationem alterius extra civitatem positi, et propter metum obsidionis per Mladinum Croatorum et Bosinae banum per terram, et mare intentatae, funditus eversi. Ep. Joann. XXII. 1322. 30) Lib. 2. 31) Monumenta historica Provinciae Racusinae Ord. Min. 33) Ivi. Appendini. Notizie storico-critiche di Ragusa. Tom. 1. 34) Dolci. 1 35) Padre Mattei della Compagnia di Gesù Op. 36) Mem. ms. della Provincia francescana. 37) Annali di Ragusa. Lib. 2. 38) Dalla vita di S. Francesco, scritta da san Bonaventura. Miracoli. 19 9) A preferenza di altre non omettiamo di riportare i seguenti distici, scritti nella detta occasione dal ch. Matteo de Sorgo. Vix tua te virtus Francisce evexit ad aras Mirifice nostra in vota vocatus ades. Sic nos prisca fides docuit, nomenque, locumque 0 iterum loca respice nota, atque undique fractum Urna ignota diu qua inventa sidere tanto 4) Dalla cronaca delle missioni francescane. an. 1. 41) Justinopoli iacet frater Monaldus qui fecit summam monaldinam. 42) In Valle iacet frater Julianus de quo fit ibi festum. 43) Chersi iacet frater Michael albanensis virtutibus et pietate clarus, fuit sizione, limitato però alla città e diocesi di Zara; talchè avendo preteso un inquisitore di estendere la giurisdizione a tutta la provincia mediante proprii vicarii, ne incorse grave controversia, che fu decisa in suo disfavore. La soppressione al principio del secolo nostro dei corpi religiosi possidenti colpi anche questo, e chiesa e convento furono convertiti ad uso profano. Le spoglie ne andarono divise fra altre chiese; gli altari di S. Domenico e di S. Vincenzo, con alcuni dipinti, passarono alla cattedrale; altri marmi e quadri in S. Simeone, dove pure fu trasportata la statua di Maria del Rosario, che aveva una confraternita numerosa. Questo convento potea colle sue rendite mantenere fino a venti e più frati. socius in austeritate et peregrinatione fratris Joannis de Buca albanensis. 44) Wading. tom. 1. fr. Benedetto Mazzara. Leggend. tom. 4. 45) Mem. ms. della provincia dei Pad. Predic. della Dalmazia. 46) Cod. ms. Monumenta congreg. S. Dominici de Ragusio. 47) Rammentatore zaratino compilato da Giuseppe Ferrari-Cupilli. 48) Non essendo nostro intendimento di parlare delle famiglie domenicane in là della loro origine, nulladimeno troviamo debito di toccare le successive vicende del convento di Zara, quali si leggono nella detta cronaca urbana. "Restaurata indi ed ampliata più volte in un col convento, e proveduti l'una di ricchi arredi, di fini marmi e di scelte pitture, l'altro di tutte le comodità proprie a simili abitazioni, riusciron ambi col tempo di bell' ornato alla città nostra. Nè ciò soltanto per la materiale apparenza, ma molto più per la utilità morale che ad essa ne venne.,, La città di Zara, scriveva in una occasione questa Comunità, riceve molto onore dagl' impieghi virtuosi de' padri di san Domenico, i quali e con la bontà della vita, e col decoro della sacra predicazione, e colle assidue premure degli studii mostrano esser nati per illustrare il mondo. Fra le cose di maggior stima, numeriamo lo studio, con tanto zelo promosso nella nostra città e coltivato con tanta gloria. "Dell'istruzione, in fatti, si resero essi molto benemeriti e specialmente dopo che nel 1570 furono da Pio V donati dell' abazia di san Michele in monte, perchè tenere potessero uno studio generale dell'Ordine. Diversi perciò questo chiostro produsse valenti soggetti, alcuni dei quali pervennero all'onor della mitra, e, nella mancanza di pubbliche scuole, ritrassero ognora da esso anche i laici molto profitto. In esso inoltre aveva stanza l'ufficio dell'inqui |