Note e Documenti 1) Ab. Franc. Carrara. (A). In nomine Christi: anno eiusdem Incarnationis 1002, indictione tertia, D. Paulo archiepiscopo sedem beati Domnii obtinente, et priore domino Praestantio eiusdem patre. Ego supradictus archiepiscopus aeger quidem corpore, valens autem mente animoque, lecto affixus, annisque oppressus, cum mihi nulla facultas, nullaque pecunia suppeterent, nemo inventus est, qui mei curam susciperet, praeter Praestantium patrem meum, mea sponte, et voluntate in eam deliberationem adductus sum, ut eidem grati animi caussa donarem Ecclesiam illam, quam ad cultum honoremque S. Mariae de Palude extruxi hortumque eidem adiunctum cum omnibus arboribus pomiferis; itemque parte agri in eadem Palude constituti, ac preterea fundum Monticalensem, Lauretanum, terram Panilani, terram Galli, terram S. Mariae de Malabva, nec non et predia Calburola, Terrezziae et Advine. Si quis ex consanguineis meis apostobitum meum hanc nostram donationem intervertere vel abrogare ausus fuerit, in odium offensionemque praepotentis Dei incurreret, trecentorum et duodeviginti sanctorum Patrum anathemate ferietur, et veluti alter Judas proditor Domini aeternis apud inferos cruciatibus mancipabitur. .. (B). Calistus servus servorum Dei. Universis fidelibus presentes litteras inspecturis salutem et apostolicam benedictionem. Sp. mundum illuminat ineffabili claritate pia vota fidelium de clementissima ipsius maiestate sperantium tunc praecipue benigne exequitur cum devota ipsorum humilitas Sanctorum precibus et meritis adiuvatur. Cupientes igitur ut Ecclesia beatae Mariae de Paludo fratrum Ordinis sancti Fran cisci de Observantia nuncupatorum Spalaten. dioec. congruis honoribus frequentetur ac in suis et edificiis nec non libris, calicibus, et aliis ornamentis ecclesiasticis pariter et conservetur, et ut Christi fideles eo libentius causa devotianis confluant et deniqre ibidem uberius dono cœlestis gratiæ conspexerint se refectos de omnipotentis Dei misericordia et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius auctoritate confixi omnibus vere pænitentibus et confessis qui in primis dominicis diebus cuiuslibet mensis, nec non in Annuntiationis, Cоnсерtionis, Visitationis, Nativitatis, Purificationis, Assumptionis Mariæ Virginis, nec non ipsius beatæ Mariæ ad Nives ac in saneti Hieronymi festivitatibus Ecclesiam ipsam devoto visitaverint annuatim et ad reparationem et conservationem porrectas manus adiutrices porrexerint septem annos et totidem quadragenas iniunctis eis pænitentiis misericorditer relaxamus: psæsentibus ac futuris temporibus duraturis. Volumus autem quod si alias Ecclesiam ipsam visitantibus vel ad reparationem et conservationem huiusmodi manus ... aliqua alia perpetuo vel ad tempus dum elapsum per nos .. præsentes nostræ litteræ nullius existant D. Romæ apud S. Petrum, anno Incarnationis do minicæ MCCCCLVII, Pontif. nostri anno tertio. veve 138 XI. IL CASSIONE DI VEGLIA Io Come è dolce, scriveva sant' Eucherio della sua cara Lirino, come è dolce la solitudine agli amatori di Dio! questi silenzii hanno mirabili pungoli, che cacciano l'anima verso il Signore, e la rapiscono con ineffabili trasporti: quì non è udito romore tranne quello della voce che sale al cielo considero con reverenza ogni luogo che fu dimora di Santi; ma tengomi cara spezialmente la mia Lirino, che accoglie nell' ospitaliero suo porto gli sbalestrati dalle procelle mondane, che generosa porge le sue ombre agli abbrucciati dagli ardori del secolo; abbondante di fontane, vestita di vigneti, Eden a chi l'abita! Queste ultime parole, quest' affettuoso saluto, lasciato dal celebre solitario all'isola santa, io ripeto all'ombra del ritiro di Cassione, a questa rara fenice, che, se non per vanto di cenobiarchi, grandi nella divina ed umana scienza, senza dubbio per meravigliosa sua giacitura, e per le sorprendenti virtù quivi esercitate per lunghi secoli, va in gran parte assomigliata a quell' incantevole soggiorno. .. Sulla sponda orientale dell' isola Veglia, dove il nocchiero vede da lontano biancheggiare il villaggio di Ponte, uno stretto varco di acqua ti apre l'ingresso ad una valle di elitica forma, sempre tranquilla, od increspata da aleggianti brezze, men che nella stagione invernale, spesso colà dominata da procelle boreali. In mezzo a questo limpido laghetto giace, come galleggiante giardino, la dilettosa isoletta, non più di mille passi protesa in giro, una volta fortilizio romano. Alla sua crinita boscaglia, onde perpetuamente verdeggia, concorrono a darle vaghezza e armonia, e le frequenti macchie di ulivi, e i lussureggianti vigneti, che lungo le sponde opposte e su i loro declivi, tutto all'intorno ne attraggono gli sguardi, e il su rammentato villaggio, che a guisa di anfiteatro scende al mare per un facile colle, e casamenti non ispregevoli sparsi sui dorsi di due poggi, ed altre eleganti abitazioni sulla riva dappresso, consecrate alle villeggiature: luoghi non estranei agli antichi romani. Da tempi immemorabili, quivi, non meno che sopra varie scogliere ed entro le insenature di quelle acque, si condussero i padri Benedettini a mantenere in vita lo spirito del cristianesimo, e a promuovere l'incremento civile e religioso della chiesa, che ripete la sua esistenza dai primi apostoli della Dalmazia. Incerto l'anno del loro arrivo sulla nostra isoletta, ma come si ha a conghietturare da varii indizii, non più lontano dal principio del nono secolo. Per quattrocento e più anni di operosità educatrice, propria al rispettabile ordine, si rese benemerito quel cenobio della cultura delle circonvicine sponde, del dissodamento di quel sovrastante lembo di monte, che porge un pane decoroso a centinaia di famiglie; educò alla schietta pietà del sentimento cattolico i circonvicini abitanti, che, trasfuso per generazioni, mostra tuttoggi il primigenio suo vigore. Nell'età della decadenza universale, rimasto vuoto di alunni, e nel 1447 venuto nelle mani laiche, provvidero i Frangipani '), signori di Veglia, Segna e Modrussa, col sostituirvi i frati Minori Osservanti, già da tempi lontani nella città domiciliati. Alla venuta di questi, essendo angusto il recinto e quasi per ruinare, si diede mano alla costruzione di nuovo edificio, che colle largizioni dei detti signori, poi coi sussidii cittadini, venne cinto in breve da robustissime mura, e ridotto a dimora claustrale, da ospitare dodici abitatori; numero chiesto dall'ultima volontà del fondatore. Le due ali che si dilungano verso il ponente, sono opera dell' illustre padre Beldigera, compiuta negli anni posteriori per dare ricetto alla gioventù dedicata ad alti studi. Chiesa. L' antica chiesuola dei benedettini, ora segregata dal nuovo convento per mezzo di un chiostro di veneta architettura, essendo molto angusta ed insufficiente ad accogliere gli accorrenti alle solenni funzioni dei nuovi abitatori, venne destinata ad uso di semplice oratorio, e formato disegno di tempio vasto, corrispondente alla divozione dei vicini terrazzani. Quest' opera cominciata dall' ultimo dei Frangipani, possessori di Veglia, fu continuata a spese di Caterina sua figlia, sposata in seconde nozze con Andrea Foscolo, la quale nel 1520 legò a tale scopo mille ducati d' oro 2), colla condizione che tosto dopo la morte il suo corpo fosse trasportato da Venezia, e riposto in un'urna dinanzi all' altare maggiore. La volontà della testatrice fu religiosamente eseguita; un' urna grandiosa collocata a nove piedi di altezza dal pavimento abbellisce tuttoggi la volta dell'antica chiesuola, il cui altare venne guernito di marmo fino, e dedicato a san Bernardino da Siena. È pur bello vedere dopo tre secoli di svariate vicende l'ultima superstite di quello storico casato decorare col suo frale la religiosa solitudine. Bella, ampia riesci la nuova chiesa. I suoi sette altari di marmo screziato colle quattro porte allato all' altare maggiore, decorate di marmi tolti dalle cave dell'isola; il suo soffitto a travatura colorata; la tela che copre la vasta faccia intorno all' arco dell' altare, offrono un assieme maestoso e armonico. Una moltitudine degli eletti quivi schierati in divote attitudini, e in varie foggie di vestimenta tratteggiati da un felice pennello della scuola bolognese, rappresentano al vivo la gloria del paradiso. Questo classico lavoro fu fatto eseguire un secolo più tardi, come s' iscopre dall' iscrizione segnata sopra una fascia bianca con queste parole : E. VGHET ALL NICOL DANDOLO PROVIS F. A. D. Il dipinto dell' altare maggiore è di Girolamo da Santa |