Page images
PDF
EPUB
[ocr errors]
[ocr errors]

contradictione hominum et etiam supradictus clerus et populus parenti» nus praedictas terras, mansiones, vineas et haeredes eorum. . . habeant potestatem vendendi, donandi, commutandi, alienandi, seu pro anima » judicandi vel quicquid eis placuerit faciendi ad censum praedictum red» dendum ecclesiae s. Mariae et s. Mauri. Et insuper tam per nos, quam >> per successores nostros statuimus et ordinamus, ut parentini canonici praecipue in cathedr. ecclesia Dei et s. Mariae et s. Mauri servientes > decimam omnium habitantium in parentina civitate sine aliqua contra» dictione habeant tam de omnibus frugibus terrae quam animalibus, et quiete et pacifice possideant. Volumus etiam ut ipsi canonici habeant » tertiam partem de salinis quas habemus in insula quae vocatur Briona, » et habeant tertiam partem de piscatione, quae pervenit ad ecclesiam s. » Mauri de ripa Lemi, insuper habeant tertiam partem de molendinis, ⚫ quae habemus in aquis, quae vocantur Gradulae. Item volumus et dispo»nimus quod clerus parentinus, tam majores quam minores, habeant XII » convivia annuatim cum episcopo parentino, primum in festivitate » omnium sanctorum; secundum in solemnitate sancti Mauri, tertium in >> nativitate Domini, quartum in Epiphania, quintum in carnis laxatione, » sextum in dominica de palma, septimum in coena Domini, octavum in Resurrectione, nonum in Ascensione Domini, decimum in Pentecoste, » undecimum in festivitate sancti Petri apostoli, duodecimum in Assumptione sanctissimae Mariae Virginis. Volumus quod nullus episcopus ex » successoribus nostris vel aliquis tyrannus praesumant gravare vel mo» lestare aliquem clericum parentinum ex confratribus nostris, videlicet » de ipsis, qui ecclesiae sanctissimae Mariae virginis et sancti Mauri martyris serviunt, nec ipsi clerici parentini quartas vel decimas alicui per» sonae aliquo tempore dare teneantur. Nos quidem supra nominatus » Eufrasius episcopus parentinus, si in vita nostra, vel per obitum nostrum » successores nostri, aut aliqua submissa persona hominum per aliquod jus vel ingenium aut temporis spatium contra hanc institutionis nostrae paginam aut corrumpere aut confringere tentare voluerint, maledictionem » Dei omnipotentis et beatissimae Mariae et beator. apostolorum Petri et Pauli, sancti Mauri martyris et aliorum sanctorum se noverint incursu» ros. Et post haec omnia componant auri libras XX clero et populo pa» rentino et hoc privilegium nostrae ordinationis in perpetuum firmum et » inviolatum permaneat.

>>

[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]

» Ego Petrus Parentinae civitatis diaconus tabellio scripsi, complevi et

>> roboravi.

» Ego Elias episcopus meis temporibus propria manu scripsi.

» Ego Joannes episcopus meis temporibus propria manu scripsi.

[ocr errors]

"

Ego Raulinus episcopus meis temporibus propria manu scripsi. » Ego Agnellus meis temporibus.

» Ego Stauratius episcopus meis temporibus mea manu scripsi. » Ego Laurentius episcopus.

» Ego Julianus episcopus.

» Ego Dominicus episcopus mea manu scripsi.

Ego Antonius episcopus meis temporibus mea manu scripsi. Ego Passivus episcopus temporibus meis propria manu scripsi. » Ego Flendemanus episcopus meis temporibus mea manu scripsi. » Ego Eripertus episcopus meis temporibus propria manu scripsi. » Ego Andreas episcopus meis temporibus, mea manu scripsi. » Ego Adam episcopus.

[ocr errors][merged small]

» Ego Ingebaldus episcopus meis temporibus, propria manu scripsi.

» Ego Ingelmarus episcopus, mea manu scripsi.

[ocr errors]

Ego Arpus episcopus, meis temporibus.

» Ego Ursus episcopus, temporibus meis scripsi.

» Ego Adalmarus episcopus, meis temporibus scripsi.

» Ego Cadolus episcopus, etc.

n Ego Paganus episcopus, etc.

» Ego Bertoldus episcopus, etc.

» Ego Terungus episcopus, propria manu scripsi.

» Ego Redemondus episcopus, meis temporibus.

» Ego Vincentius, eptscopus.

[ocr errors]

» Ego Ubertus, episcopus.

Ego Petrus, episcopus totum istud confirmavi.

Ego Joannes, episcopus temporibus meis mea manu.

» Ego Fulcherius, episcopus temporibus meis manu mea. «<

E qui colla sottoscrizione del vescovo Fulcherio ha toccato il documento gli anni 1200. Convien però confessare, che le varietà delle copie di questa carta ha fatto nascere una grande confusione tra gli autori, circa i nomi dei vescovi; come per esempio in alcune copie, invece di Raulino

si legge Raschivo, in altre vi è ommesso; in alcune, anzichè Agnello, trovasi Angelo; Sigimpuldo invece di Ingebaldo; Engilmero in luogo di Ingelmaro; Arno anzichè Arpo; Rodemondo invece di Redemondo: quasi in tutte manca Passivo. E quanto alle note cronologiche del documento, ci si mostrano palesemente viziate. « Questa carta'; scrive eruditamente l'illustra»tore della pietra e della iscrizione del vescovo Eufrasio, di cui ho parlato » in sul principio di questo articolo; questa carta non appartiene in ma»> niera alcuna ai tempi del detto Costantino, anzi nemmeno a quelli di » nessun altro imperatore di questo nome, e gli esemplari, delli quali si è il » Coleti (1) servito, non son in tutto legittimi, ma in più e più luoghi, ‘e » particolarmente nella data viziati : mentre collazionati da noi con molte » e molte copie legali, conservate nel nostro archivio, ci sembra piuttosto » che indubitatamente appartenga all'anno XVII di Flavio Giustiniano, vale » a dire dell'anno 545 dell'era nostra volgare. »

Sommo vantaggio alla storia ecclesiastica di Parenzo deriva dalla notizia di questa carta, perchè dal primo vescovo di questa chiesa ci viene progressivamente assicurata la serie dei successori di lui per ben sette secoli: benchè di alcuni di essi non ci sia palesemente determinato gli anni, in cui vissero. La Serie dei vescovi di Parenzo, la quale forma parte del libretto, che annualmente si stampa, intitolato; Stato della diocesi di Parenzo e Pola, ce ne mostra i nomi viziati, secondochè trovansi nelle copie non fedeli del recato documento, ed hanno bisogno di essere corretti ed inoltre inserisce qualche nome di più, che nel documento non vedesi. È vero, che taluno potrebbe non esservisi sottoscritto temporibus suis, come gli altri; ed in tal caso è necessario introdurvelo, massime se da qualche altro pubblico documento se ne conosca l'esistenza. Ciò posto, io sono d'avviso, che l'immediato successore di Eufrasio sia stato ELIA, non saprei dire in qual anno; certamente dopo il 556, in cui, come ho dimostrato di sopra, viveva tuttora Eufrasio; e prima del 579, in cui il vescovo GioVANNI trovavasi al concilio del patriarca Elia per la traslazione della sede di Aquileja nell'isola e nel castello di Grado (2); poscia, in anno incerto, devono esservi collocati RAULINO, ed AGNELLO; a cui nel 679 era di già

[blocks in formation]

successo AURELIANO, od AURELIO, il quale trovavasi al concilio romano del papa Agatone. Dopo di lui, empiono il largo vuoto di quasi tre secoli i nove vescovi STAUBAZIO,

LORENZO,

GIULIANO,

DOMENICO,

ANTONIO,

PASSIVO,

FLENDEMANO,

ERIPERTO, ed

ANDREA. A questo troviamo sostituito di già, nel 961, il veSCOVO ADAMO, Sotto cui, nel detto anno, fu consecrata solennissimamente la cattedrale di Parenzo, rizzata a spese dell' imperatore Ottone II, in onore della Vergine Assunta. Ci assicura il recato documento, che da prima il titolare n'era stato genericamente santa Maria unitamente a san Mauro prete e martire, il quale sino al giorno d'oggi è il protettore primario della città e della diocesi, e del quale riposano in questa cattedrale le sacre spoglie. Di questa consecrazione è raccomandato, con apposita bolla del 956, il sacro rito dal pontefice Giovanni XII a Rodoaldo patriarca di Aquileja v'intervennero, oltre all'aquilejesé metropolitano ed al diocesano vescovo Adamo, altri undici vescovi suffraganei.

Dopo Adamo, va collocato ANDREA II, di cui la più importante notizia si è, che sostenne lunga lite col patriarca di Aquileja, a cagione di Rovigno e di altri castelli usurpatigli; e che la lite fu decisa finalmente a favore di lui, nell'anno 1010, dal pontefice Sergio IV, conseguentemente alla decisione, che ne aveva pronunziato anche in addietro il papa Silvestro II, a cui Andrea era ricorso, Silvestro II ottenne il seggio pontificale nel 999; dunque intorno a quest' anno e fors' anche avanti, Andrea possedeva la sede parentina; e la possedeva altresì nel 1010: perchè a lui stesso è diretta la bolla di Sergio IV.

INGELBALDO, detto anche Sigimbuldo, e Sidipuldo, era vescovo nel 1015, e non nel 1005, come ci assicura la recata notizia del vescovo Andrea II. Egli nell' anno 1017 stipulava un contratto coi coloni di san Salvatore, circa un censo da pagarsi alla sua mensa vescovile (1). Ed in seguito visse

(1) Lo si trova nell' arch. di Parenzo sotto il num. XIII, e n' esiste copia tra le schede ined. del Coleti.

probabilmente qualche altro anno ancora, perchè del suo successore INGELMARO non si trova notizia che nell' anno 1028. La quale notizia ci viene conservata da un documento dell' archivio di Parenzo, col quale il vescovo Ingelmaro, od Engilmero, Nutu Dei aeterni regnante domino Conrado rom. imperatore anno IV regni ejus, die vero VII mensis Augusti, indict. XI, Christo gubernante omnia, donò al monastero di san Michele arcangelo, presso a Pola, ed al suo abate Giovanni, il monastero di san Cassiano martire esistente in Parenzo, e con esso tutte le appartenenze, giurisdizioni e possedimenti, quae sunt in contrada Montis Petrosi, scilicet inter viam Sclaviam, per quam imus Pisinum castrum, et viam per quam imus ad castrum sancti Laurentii etc. E questa carta in seguito fu sottoscritta e confermata di mano in mano da alquanti dei vescovi suoi successori, i cui nomi vi si leggono dopo la dichiarazione ed attestazione del notaro Giovanni, e sono così:

Ego Arpus episcopus sanctae Perentinae ecclesiae hanc cartulam firmavi.
Ego Ursus episcopus hanc cartam firmavi.

Ego Cadolus Parentinus episcopus hanc cartulam firmavi.
Ego Paganus episcopus Parentinus hanc cartulam firmavi
Ego Gerongus Parentinns episcopus hanc cartulam firmavi.
Ego Vincentius Parentinus episcopus hanc cartulam firmavi.

I quali nomi, confrontati con quelli che si leggono nell' altro documento, già portato di sopra, del vescovo Eufrasio, ci fanno conoscere, che taluno lasciò di sottoscriverlo; come, per esempio Adelmano, che avrebbe dovuto aver luogo tra Orso e Cadolo; ed inoltre Bertoldo, che visse tra Pagano e Gerongo, altramente nominato anche Terongo; e finalmente Redemondo, che fu vescovo tra questo e Vincenzo. E l'ommissione appunto di questi nomi conferma la mia asserzione, che anche al documento di Eufrasio abbia tralasciato taluno di porre la sua sottoscrizione. Altra notizia si ha di Engilmaro, ed è, che nel 1037, XI kal. octobris, egli consecrò la chiesa del monastero di Althens, insieme con Berengero vescovo di Padova ed Eriberto vescovo di Eistet (1).

Successore di Engilmaro, possedeva la cattedra parentina, circa il 4045, ARPO, erroneamente detto Arno, a cui cinque anni dopo, era di già

(1) Ved. Hainius, Germania sacra, tom. I. pag. 247.

« PreviousContinue »