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succeduto ORSO; e nel 1055 viveva ALDEMANO, Come ci assicura il diploma di Enrico III, recato dall' Ughelli: nel quale diploma è necessario correggere di un quinquennio le note cronologiche, ed invece di leggervi l'anno X dell'impero, ed il XXI del regno di quel principe, vi si deve leggere l'anno V dell'impero ed il XVII del regno; perciocchè Enrico fini la sua vita nel dì 3 ottobre, dell' anno VI del suo impero, cosicchè non venne mai a numerare colla sua cifra l'anno XI dell' impero, nè il XXI del regno, In seguito furono successivamente vescovi di Parenzo; non ci è poi noto in quali anni; CADOLO e PAGANO. Nel 1114 lo era BERTOLDO, il quale era stato abate del monastero di san Nicolò del Lido, presso a Venezia, ed a quel suo monastero donava nel detto anno la chiesa di sant' Anastasio situata nell'isola, ch'è di rimpetto alla città di Parenzo (1). Dopo di lui, possedettero la santa sede parentina, in anni ignoti, i vescovi GERONGO, detto anche Terongo, REDEMONDO e VINCENZO. Del vescovo UBERTO, che successe a questi, si ha notizia positiva sotto l'anno 1158, da un documento, per cui egli nell' indicato anno, die XXI exeunte Decembris, tem. Alex. Pp. et Frid. imp. in civitate Parentii, in ecclesia sancti Thomae apostoli, qui est in solemnitate ejusdem s. Thomae, praesente clero et toto populo Parentino, in solemni missa, comandava al prete Albino, scholarum magistro et gastaldioni parentine, di ristaurare la stessa chiesa di san Tommaso, pressochè crollante per vetustà.

All'anno 1174 appartengono le prime notizie, che si hanno del vescovo PIETRO, a cui si riferisce appunto il documento, che portò il Coleti, continuatore dell'Ughelli, nelle sue aggiunte: al quale documento per altro si devono aggiungere le parole ivi ommesse, ma esistenti nell' autografo, che si conserva nell'archivio di Parenzo: Auscultatam per me Julium Brusamolinum notarium Ravennae. Da altre carte di convenzione col comune di Orsera ci è fatto conoscere, che questo vescovo tuttora viveva il dì 6 marzo 1494. Di pochi anni perciò fu il pastorale governo di GIOVANNI II; perchè nel 1200 si trova la prima notizia del suo successore FULCHERIO: era questi, nel 1195, canonico di Cividale; e nel detto anno 1200, già vescovo di Parenzo, acconsentiva per mezzo di un suo deputato, ad una convenzione giuridica, concertata in Cividale dal patriarca di Aquileja Pellegrino, in qualità di arbitro, tra Alberto conte di Veselberth da una parte, e Guido

(1) Lo sappiamo da Flaminio Cornaro, Eccl. Ven., tom. IV, pag. 99.

da Muggia e Leonardo da Castel di Valle dall'altra, circa un feudo di donna Ricarda da Mantova, che lo aveva avuto dalla chiesa di Parenzo. Le note cronologiche di questa convenzione sono l'anno 1200, indictione III, die vero VII intrante Octob. in Civitate Austriae, in palatio patriarchali, in praesentia Pelinensis episcopi Vigardi, sancti Odelrici praeposili, Bernardi domini patriarchae cappellani et Eliae deputati episcopi Parentini. Si continua di poi a trovare notizie di lui negli atti dell'archivio, sotto gli anni 1205, 1204, 1210, 1211, 1215, 1214, 1216, per sentenze, o giudicati, od investiture od altro (1). Succedutogli sulla cattedra parentina, e tuttora colla qualificazione di eletto, si trova, nell' anno 1219, ADELPERTO, che in quell' anno appunto raccoglieva in serie i nomi di tutti li cittadini di Parenzo che possedevano in enfiteusi, beni della sua chiesa. Egli poi, anzichè confermare colla sua soltoscrizione, come avevano fatto i predecessori suoi, la carta del vescovo Eufrasio, da me inserita nelle pagine addietro (2); stimò opportuno il rinnovarla, a cagione della sua somma vecchiezza, assicurandone così l'autenticità e l'esistenza anche per i secoli futuri. Vi premise per più solenne attestazione ed autenticità la testimonianza, che qui trascrivo :

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« In noe Patris et Filii et Spiritus Sancti Amen. Nos quidem Adalber» tus Dei gratia Parentinus episcopus universis notum fieri cupimus, tam » praesentibus quam futuris, quod videntes et considerantes privilegium piae recordationis Euphrasii praedecessoris nostri et aliorum praedeces» sorum nostrorum vetustate consumptum, ne ecclesia Parentina vel ipsum capitulum parentinum in posterum suo jure vel dignitate privaretur, au>> xiliante Domino ipsum privilegium bona fide renovare fecimus, ut etiam » habetur in isto, ita continebatur in illo. In nomine Patris etc. » E qui segue tutto il documento, con tutte le sottoscrizioni dei vescovi successori. Poscia Adelperto vi aggiunse la seguente dichiarazione:

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« Nos D. G. Adelpertus Parentinus episcopus ad honorem Dei et B. » Mauri martyris et aliorum SS. et ad petitionem capituli Parentini, et con» silio et voluntate mag. Philippi apostolicae sedis subdelegati, statuimus » et ordinamus, quod in ecclesia parentina debeant esse decem praeben» darii omnes, nec numerus praebendariorum augeatur vel minuatur. Sed

(1) Ne portò più estese notizie il Coleti nelle sue schede inedite, tra i ms. della Mar

ciana, cod. CLXV della clas. IX, cart. 219 (2) Pag. 782.

e seg.

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» si quis ex fratribus obierit, alius loco ipsius subrogetur et substituatur. » Volumus etiam et praecipimus districte, quod canonici parentini debeant >> residere in ecclesia parentina et fruere praebendas suas, et habere eas quiete et pacifice. Iterato, prout in isto privilegio habetur, confirmamus ipsis canonicis parentinis omnes decimas de omnibus habitatoribus » parentinae civitatis ubique terras vel vineas laborant. Insuper volumus, disponimus et ordinamus, et confirmamus, quod praedicti canonici pa» rentini habeant decimas de omni territorio parentino, tam de vineis, » quam de agris cultis. Iterato modo volumus et praecipimus, quod si >> canonicus parentinus obierit a festo sancti Michaelis usque ad aliud fe» stum, tertia pars illius praebendae ad restaurationem ecclesiae detur, >> duae partes consortio capituli dentur pro anima sua. Et si quis ausu » temerario contra hanc nostram constitutionem et ordinationem vellet » venire etc. maledictionem etc.

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» Nos quidem Bertoldus D. G. S. Aquilejen. ecclesiae patriarcha, nec » non Istriae atque Carnioliae marchio, ad petitionem ejusdem ecclesiae parentinae, privilegium ipsius capituli confirmamus et in signum nostrae » confirmationis ipsum privilegium nostro sigillo signari jussimus. Actum » in civitate Parentina feliciter, tempore quo Fridericus puer Rom. impe» rium regebat, ann. Domini M.CC.XXII. Indict. X. die VII exeunte mense >> Januarii etc. »

Questo medesimo Adelperto vescovo è commemorato in altri atti del 1225, del 1226, ove lo si trova nominato Adalperio, del 1237 e del 1240. In quest'anno, con solenne documento, Actum Parentii, in palatio episcopali, anno Domini M.CC.XL. Indict. XIII, die VIII exeunte Januario, donò a Manfredo e Gerardo ad uso di ospitale il monastero di san Giovanni del Prato, ch' era stato abbandonato intieramente dai monaci (1): ed è questo l'ultimo documento, che si conosca, di lui. Nell'anno 1245 eragli successo di già PAGANO II, del quale conosconsi in questo medesimo anno più atti; in tutti figura colla qualificazione di eletto. Egli figura eziandio in atti del patriarcato aquilejese, nel 1246, die XII intrante Martio (2). Del suo successore, che fu GIOVANNI III, non si comincia a trovare notizia che nel 1249, addi 12 dicembre, quando ricevette il giuramento di fedeltà da

(1) L'intiero documento si trova trascritto tra le schede inedite del Coleti, cod. CLXV, cart. 221 a tergo.

(2) Ved. le schede del Coleti, luog. cit.,

carl. 222.

Vexello Lupo cittadino di Capo d'Istria, al quale concedeva in feudo alcuni beni della chiesa di Parenzo; e nel medesimo anno, addi 16 dello stesso mese, sottoscriveva ad un diploma del patriarca Bertoldo, in qualità tuttora di eletto (1). Una sentenza, pronunziata a favore di lui, nell'anno 1252, ind. X, die XVI Martii, Parentii in choro superioris ecclesiae, da Popone arcidiacono di Capo d' Istria, ci fa conoscere, aver egli avuto quistione, con alcune donne di Parenzo, per diritto di possesso di un molino nella stessa città. Nell'anno stesso, kalendis maji Parentii, in ecclesia s. Mauri, in solemni missa, praesentibus Christophoro abbate s. Petronillae, presbytero Luca ecclesiae s. Lucae de Venetiis, Joanne istriano mercatore et clero Parentino, il vescovo Giovanni protestò in nome del papa e del patriarca di Aquileja, al podestà, consiglio e comune di Parenzo, perchè non fosse da loro alienato qualsiasi porzione del territorio parentino, il quale in vigore del diploma del vescovo Eufrasio era di appartenenza della sua chiesa (2). Successore di Giovanni III fu il vescovo OTONE, di cui le prime notizie che si abbiano appartengono all'anno 1256: perciò ha sbagliato l'Ughelli, e dietro lui anche l'estensore della Serie dei vescovi di Parenzo, inserita nello Stato del clero di questa diocesi, assegnandogli l'anno 1257. Le notizie adunque, che prime ci si presentano del vescovo Otone, sono, ch'egli nell'anno 1256, die IV exeunte Aprili, diede in affitto unum pastinum cum olivariis pro quinta parte decimarum olivarii in confinibus productis; e che nel medesimo anno, giorno e mese, alla presenza di Guglielmo vescovo di Pola e del francescano fr. Giorgio Cufel, investi dei diritti e del feudo, che aveva nel vescovato di Parenzo, Corrado figlio del fu Fabiano da san Giorgio. Perciò il documento del 1257, a cui l' Ughelli appoggiò la prima notizia del vescovato di Otone, appartiene invece al suo anno secondo (5). Altri documenti si hanno di questo vescovo sino all' anno 1279, die IV aprilis ; i quali si conservano nell' archivio episcopale (4).

Anche le notizie di BONIFACIO, successore di Otone, precedono di un

(1) Ved. il Rubeis, Monum. Eccles. Aquil., pag. 670.

(2) Questo docum. si trova similmente nell' arch. di Parenzo.

(3) L'Ughelli citò soltanto, ma non portò quel documento: esso trovasi copiato tra le schede inedite del Coleti, ms. della

Marciana, cod. CLXV della clas. IX, cart. 223.

(4) Tre ne copiò il Coleti, e li raccolse nelle sue schede: appartengono agli anni 1260, 1261, 1262, e sono nel ms. suindicato, a cart. 223 e seg.

anno l'indicazione dell' Ughelli e della stessa serie parentina: nell'agosto infatti dell'anno 1282 egli investiva i fratelli Paolo e Tommasio, figli del nobile veneziano Pietro Zeno, del feudo di Caliseto nel distretto di san Lorenzo nella diocesi di Parenzo ob remunerationem multorum obsequiorum. E nel medesimo anno 1282, Bonifacio vescovo trovavasi al sinodo aquilejese, celebrato dal patriarca Raimondo nel mese di dicembre. Altre notizie hannosi di lui per atti pubblici, appartenenti per la maggior parte alla chiesa veneta e commemorati perciò dall' erudito senatore veneziano Flaminio Cornaro (1); i quali toccano l'anno 1299. E qui devo notare, che nè l' Ughelli nè l'estensore della serie parentina ebbero notizia di un vescovo BERNARDO, successore di Bonifacio; nè di un altro vescovo BONIFACIO II, successore di Bernardo : perciò e mancante e senza indicazione di anni ce ne porgono la successione sino al 1367, ponendovi in tutto questo framezzo due soli vescovi, mentre ve ne furono sei.

Successore adunque di Bonifazio fu un BERNARDO, il quale nel 1501 trovavasi presente alla famosa sentenza pronunziata da Teodorico vescovo di Civita-papale, confermata poi dal pontefice Bonifacio VIII, intorno alla gravissima vertenza di giurisdizione tra Ventura vescovo di Gubbio e i monaci di santa Croce di Fonte Avellana (2). Praesentibus venerabili padre domino Bernardo episcopo Parenti, domino Andrea etc. (5). Questo irrefragabile documento ci assicura, che il vescovo di Parenzo, che aveva nome Bonifacio, e che nel 1505, indict. III. die XXIV intr. mens. febr. produceva in propria difesa una sentenza già pronunziata nel 1214 dal patriarca di Aquileja a favore del vescovo Fulcherio contro l'abate di san Michele del Limo (4), non poteva essere il Bonifacio, di cui avevano avuto memorie sino al 1299; ma doveva necessariamente essere un secondo vescovo di questo nome. A lui nel 1510 trovasi succeduto di già il carmelitano FR. GRAZIADIO, o secondo altri Grazioso, bolognese, del quale la serie parentina non seppe indicare l'anno. Eppure nel suindicato 1510 egli componeva le costituzioni del suo sinodo diocesano, le quali tuttora si conservano inedite nell' archivio vescovile (5). Questo medesimo

(1) Eccl. Ven., tom. II, pag. 218, e tom. VI, pag. 417.

(2) Ne ho portato la bolla e la sentenza alla sua volta nel vol. V, pag. 417 e seg. (3) Ivi, nella pag. 421.

(4) Arch. di Parenzo.

(5) Si trovano copiate anche dal Coleti tra le schede inedite, nel ms. cit., cart. 227 e seg.

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