Graziadio, il di 14 agosto 1515, trovavasi in Venezia ed abitava presso a santa Giustina, e concedeva indulgenze alla confraternita di santa Maria della Misericordia (1): le prime parole di quel diploma ci fanno conoscere e la patria di lui e l'istituto monastico, a cui apparteneva, ignorati fin qui e dall'Ughelli e dai parentini: Frater Gratiadeus de Bononia ordinis fratrum de Monte Carmelo miseratione divina episcopus Parentinus. Ed era questo l'ultimo anno della sua vita; perciocchè nel 4516 il dì 28 ottobre gli era succeduto di già FR. IRANDO, Sconosciuto all'Ughelli ed all' estensore della serie parentina altresì. Egli nell'indicato giorno presentava in Chioggia al podestà un diploma ducale del doge Giovanni Soranzo a dimostrazione dei proprii diritti sulle saline (2). E dopo di lui, nel 1525, kal. Junii, il suo successore DOMENICO II, ignorato similmente dall' Ughelli e dalla serie parentina, concedeva con apposito diploma, per mezzo di Lupo abate, suo vicario generale, quaranta giorni d'indulgenza ai confratelli della società. de' flagellanti di san Giambattista di Pirano: la relativa pergamena è in quell' archivio. Qui poi, sotto l'anno 1528, va collocato il vescovo FR. GIOVANNI IV Sordello, domenicano bolognese, di cui la serie parentina ne conobbe gli anni del vescovato, seppe la condizione claustrale, Questa ci è palese da un documento del 1568, per cui a' 17 febbraro il pievano di san Martino nel castello di san Lorenzo attestava essere di sua proprietà le rendite di san Giovanni di Loario, in vigore dell'investitura conferitagliene l'anno precedente per olim reverend. in Christo patrem et d. fratrem Joannem ordinis praedicatorum olim et tunc Dei gratia Parentinum episcopum elc. (3): lo che fu inoltre manifestato anche nel 1755 da una pergamena trovala nell'altare del beato Giuliano, nella chiesa di Valle, ove se ne leggeva l'attestato della consecrazione autenticato colle seguenti parole: S. FRATRIS JOHNIS DEI GRA EPI PARENTINI ORDINIS PRAEDICATORVM. Questo medesimo fr. Giovanni, il dì 23 gennaro 1552 concedeva indulgenze alla confraternita dei flagellanti di s. Giambattista di Pirano; e nell'anno 1558 era assistente alla consecrazione della chiesa di sant' Andrea di Venzone, celebrata dal patriarca Bertrando, e nel 1559 il dì 25 (1) Flam. Corn. Eccl. Ven., tom. XII, pag. 172. (2) Questo documento è tra le schede del Coleti, ms. ined. ecc., cart. 231. Vol. VIII. (3) Lib. II jurium episcopalium Sedis Parentinae, pag. 188: nell' arch. del vescovato. 100 aprile trovavasi al sinodo provinciale di Aquileja e ne sottoscriveva gli atti. Continuò nel pastorale governo della santa chiesa parentina sino all'anno 1567, in cui conferiva, come s'è veduto di sopra, l'investitura parrocchiale al pievano di san Martino summentovalo. E fu questo l'ultimo anno della sua vita, si perchè nell' indicato documento del 17 febbraro 1368 lo si nomina olim et tunc (cioè nell'anno precedente) Dei gratia Parentinum episcopum, e si perchè nel detto anno 1567 si trovano memorie del successore di lui, che fu il domenicano FR, GISBERTO, O Gilberto Zorzi, gentiluomo veneziano, il quale addi 15 febbraro ed addì 22 marzo del 1568; veniva iscritto nei registri del senato per essere promosso all' arcivescovalo di Creta. Ma non vi fu eletto; anzi rimase a questa sede sino al 1588; in cui, non già morì, come narra l'Ughelli; ma fu trasferito al vescovato di Cittanova nelle veneziane lagune, ossia ad Eraclea. In sua vece fu promosso nello stesso anno alla santa sede di Parenzo il gentiluomo veneziano FB. GIOVANNI V Lombardo, dell' ordine del Carmelo. Nello stesso anno, io dissi, e non già nel seguente 1589, siccome segnò erroneamente la serie parentina. Ce ne assicura un documento dell'archivio vescovile, il quale incomincia: «In Christi nomine Amen. Anno nativitatis ejusdem » M.CCC.LXXXVIII. Indict. XI, die XV mensis Junii. Reverendis. in >> Christo pater et d. d. fr. Joannes Lombardo ordinis Carmelitarum Dei » et apostolicae sedis gratia episcopus Parentinus etc.» Dai libri della cancelleria ducale ci è fatto conoscere, che il vescovo fr. Giovanni, il dì 8 luglio 1409, ottò in senato al vescovato di Padova; ma non vi rimase eletto. Ci è ignoto l'anno della sua morte. Certo di lui si trovano atti nell' archivio parentino anche sotto il dì 8 marzo 1415. Sul suo sepolcro in cattedrale si leggeva l'iscrizione: IN X. HOC SEPVLCRVM CONT.... OSSA REVE IN P. DOMIN.. Per ciò, che dissi testè, deesi necessariamente segnare posteriore al marzo del 1415; e non già sotto l'anno 1412, come notarono l'Ughelli e la serie parentina; l'incominciamento del pastorale governo del vescovo FANTINO Valaresso, gentiluomo veneziano, che venne dietro al defunto fr. Giovanni Lombardo. La promozione anzi ce n'è manifestata dal libro delle Obbligazioni elc. (1), ed avvenne il dì 28 aprile 1415. Nè si tosto ottenne egli l'episcopale consecrazione; alcuni atti della cancelleria ce lo mostrano sino all' anno 1418 col titolo soltanto di eletto: il dì poi 5 dicembre 1425 fu trasferito all' arcivescovato di Creta. I registri della cancelleria ducale, che ci attestano nell' indicato giorno la traslazione del Valaresso, ci fanno conoscere altresì l'elezione, in quel medesimo anno, del successore DANIELE de' Rampi, erroneamente cognominato Scotto dall'Ughelli e dalla serie parentina. Gli atti di lui continuano sino al dì 4 settembre 1452: e quest' anno dev'essere stato l'ultimo della sua vita, perchè nel successivo 1453 incominciano le notizie del suo successore ANGELO Cavazza, veneziano, la cui famiglia fu aggregata più tardi alla nobiltà della repubblica, ed andò estinta nello scorso secolo. Le notizie di questo vescovo giungono sino al dì 22 aprile 1459. E nel seguente anno gli fu surrogato GIOVANNI VI da Parenzo, gli atti del quale nell'archivio vescovile arrivano sino al giorno 25 marzo 1455. Deesi perciò riputare uno sbaglio dell' Ughelli l' avere indicato sotto il 1447 il principio del pastorale governo del successore di lui, PLACIDO Pavanello, monaco benedettino. Bensi nel 1457 soltanto si trova la prima notizia di questo novello vescovo, sotto il di 25 maggio (VIII kal. Junii). Molti altri documenti successivamente si hanno nell'archivio parentino, appartenenti a lui l'ultimo è del 14 ottobre 1464. Dai monumenti della chiesa di Torcello sappiamo, in questo stesso anno, essere stato trasferito ad essa il vescovo Placido, il quale prima del vescovato di Parenzo aveva posseduto quello di Bibli. Nello stesso anno appunto, e non già nel 1468, come segnò la serie parentina, gli succese FRANCESCO Morosini gentiluomo veneziano: ce ne assicurano i registri della cancelleria ducale. A favore di lui e contro gli usurpatori dei beni della sua chiesa, il pontefice Paolo III spedi una bolla, data apud s. Marcum, Non. Novembris anno 1467: ed ecco un altro argomento per dimostrare erronea l'indicazione di chi segnò il principio del suo pastorale governo all' anno 1468. In un documento di locazione di alcuni beni, per mezzo di procura, addi 26 marzo 1469, egli è qualificato governatore di Todi. Nè dopo questo giorno si trova alcun altro suo atto. Tuttavolta non si può dire, che questo fosse l' ultimo anno della sua vita, perchè di BARTOLOMEO Barbarigo, successore di lui, non si ha notizia, che : (1) Lib. LXI, pag. 58. preceda il di 21 gennaro 1471: la quale notizia è una bolla del papa Sisto IV, ottenuta ad istanza di lui contro gli usurpatori dei beni della chiesa di Parenzo. Perciò, se il dì 21 gennaro 1471 il papa spediva ad istanza di lui quella bolla; le istanze di lui devono avere preceduto di più giorni cotesta data; ed egli dunque trovavasi di già al possesso della cattedra episcopale anche nel precedente dicembre 4470. Queste osservazioni dimostrano fallace la notizia dataci dall' Ughelli e dalla serie parentina, che ne posticipa il vescovato sino all' anno 1472. Gli atti, che lo commemorano, continuano sino al giorno 3 giugno 1475. L'anno dipoi, gli successe SILVESTRO Quirini, gentiluomo veneziano egli pure: nel 1453 era diventato decano del capitolo di Cividale. Poco visse al governo della chiesa di Parenzo; perchè nel seguente anno gli veniva sostituito il padovano NICOLÒ Franco, le cui memorie nell' archivio non oltrepassano il giorno 2 dicembre 1482: forse viss' egli più oltre ancora; ma non se ne ha notizia. Tuttavolta è inesatta l'indicazione della serie parentina, che gli segnò il successore sotto l'anno 4487; mentre ci è noto per documenti, che nel di 4 marzo 1486 il pontefice Innocenzo VIII promoveva al vescovato di Parenzo il domenicano FR. TOMMASO Catanei, cui poco dopo trasferi al vescovato di Cervia, senzachè fossero neppure state spedite le lettere apostoliche della sua prima elezione. E nell' atto, che trasferivalo a quella chiesa, elesse per questa il bresciano GIANNANTONIO de' Penoni; sicchè la sua elezione appartenne all'anno 1486 e non al 4487; ed il suo cognome non era Pavaro, ma de' Penoni. Successore di lui, nel 1500, fu il bergamaSCO ALVISE Tasso, di cui non si conosce che un solo documento del seguente anno; ed un ristauro, da lui fatto eseguire in cattedrale, è commemorato ivi da una lapide che mostra l'anno 1508. Gli successe nel 1516 il bolognese GEROLAMO Campegi; a cui nel 1555 venne dietro LoRENZO II, veneziano: ed a questo, quattro anni dipoi fu sostituito il bolognese GIOVANNI VII Campegi, il quale nel 1550 era stato canonico in patria e nel 1549 n'era diventato arcidiacono: dal vescovato di Parenzo sali nel 4555 a'6 di maggio all' arcivescovato di Bologna. Qui perciò, nello slesso anno, gli fu surrogato il bresciano PIETRO II Gritti; di cui fu successore, vent' anni dipoi, CESARE de Nores. Questi nel 1596 fu al sinodo tenuto in Udine a nome del patriarca di Aquileja. Mori nel 1597; nel qual anno medesimo ebbe la chiesa parentina un amministratore, postogli da Clemente VIII, finchè nel 1598 le fu eletto a pastore il veneziano gentiluomo GIOVANNI VII Lippomano, il quale mori nel 1615 e fu sepolto nella chiesa di san Nicolò di Monticello, presso a Conegliano nella diocesi di Ceneda, ove s'era ritirato a finire i suoi giorni in pace, dopo di avere fatto la rinunzia del suo vescovato sino dall' anno 1608. Sul sepolcro gli fu scolpita l'epigrafe : D. O. M. IOANNIS LIPPOMANI PAT. VENET. PATRIAE FORIJVLII COM. AC PARENTII EPISCOPI CINERES HIC JACENT. VIXIT ANNOS LIX. OBIT ANNO M. DC. XIII. Nell'anno 1608, a' 9 di febbraro, veniva eletto in sua vece vescovo di Parenzo l'udinese LEONARDO Tritonio, già canonico di Aquileja, il quale mori in Udine nel giugno del 1651, ed ebbe sepoltura nella tomba de' suoi maggiori. Fu scrittore pregiato di varie operette (4). Un suo fratello, RUGGIERO Tritonio, gli fu sostituito il dì 4 febbraro 4652 (non 1633): fu bensì consecrato nel 1655, il giorno 13 febbraro, in Roma, nella basilica di santa Maria Maggiore. Morì il giorno 25 luglio 1644 in Orsera, dove i vescovi di Parenzo avevano incominciato. a trovare migliore residenza, che non in quella città. Ivi fu sepolto d'innanzi all'altar maggiore. Nello stesso anno sottentrò nel governo della chiesa parentina i bresciano GIAMBATTISTA del Giudice, il quale mori similmente in Orsera il dì 25 gennaro 1666: fu trasferito a Parenzo, ove fu sepolto nella tomba del suo predecessore Cesare de Nores. Ne fu successore l'anno dipoi, NICOLÒ II Caldana, da Pirano, il quale non visse che un triennio soltanto: morì in Pirano, ed ebbe sepoltura in quella collegiata, ove gli fu anche scolpita l' epigrafe : (1) Ved. il Coleti, ms. inedito della Marciana, cod. CLXV della clas. IX, cart. 235. |