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CELEJA

Di altri due vescovati, soppressi già da più secoli, e ch' esistevano

nella provincia ecclesiastica di Aquileja, anzi nella stessa diocesi aquilejese; in quella porzione che oggidi forma la diocesi di Gorizia; mi resta ancora a parlare, per compiere la serie delle diocesi di questa ecclesiastica provincia. Essi sono CELEJA e CELINA, confusi dall'Ughelli in un solo di Celina. Ma il dotto Coleti, i cui manoscritti si conservano inediti nella nostra biblioteca Marciana, ne scoperse lo sbaglio (4).

CELEJA è commemorata anche dagli antichi geografi e negl' itinerarii, ed era città antichissima della Stiria inferiore. CELINA esisteva dov'è ora Maniago, e pare che qui si rifugiassero alquanto di tempo i vescovi di Concordia, dopo l'eccidio della loro città. Checchè ne sia, i vescovi commemorati dall' Ughelli siccome Celinesi; e ne commemora tre: Clarissimo, nel 579; Viticano, nel 503; ed Andrea, nel 680; non sono di quella chiesa, seppur non vogliasi riputarne il secondo soltanto, che trovasi sottoscritto al concilio romano del papa Simmaco, siccome episcopus Celinensis. Quel Clarissimo, lo era di Concordia,

Di CELEJA invece abbiamo con certezza il vescovo GIOVANNI, che nel 579 sottoscriveva agli atti del sinodo tenuto in Grado dal patriarca Elia. Ed · ANDREA; cui l'Ughelli dice vescovo forse di Veglia, perchè negli atti del sinodo romano del papa Agatone è notato Sanctae Vejentanae ecclesiae provinciae Istriae, ed egli tuttavia lo stabilisce vescovo di Celina; era invece vescovo di Celeja, come chiaramente leggesi nell' unitavi sua soltoscrizione greca : ἐκκλησίας Κελαιάνης. Νe della provincia ecclesiastica Goriziana mi rimane altro da dire.

(1) Cod. CXLIV della clas. IX lat., cart, 18.

UDINE

CHIESA ARCIVESCOVILE

1

UDINE

F iglia primogenita dell'illustre chiesa di Aquileja fu UDINE, detta dai latini Utinum. Primogenita io la nomino, perchè anche più secoli prima della soppressione di quel patriarcato, fu la residenza di quei patriarchi. Le condizioni di quella soppressione portavano, come ho notato alla sua volta (1), che, quanto a diocesi, tutto il territorio aquilejese, soggetto alla repubblica di Venezia, ne formasse la nuova arcivescovile; e quanto a metropolitica giurisdizione, il nuovo arcivescovato la esercitasse sulle chiese degli stati veneziani, le quali erano state sino allora suffraganee del patriarca. Perciò la collegiata di santa Maria Maggiore, che sino allora aveva servito alle funzioni patriarcali, fu eretta in chiesa arcivescovile con tutte le attribuzioni e prerogative delle chiese metropolitane, e furonle sottoposte le chiese vescovili di Padova, di Vicenza, di Verona, di Treviso, di Ceneda, di Belluno, di Feltre, di Concordia, di Capodistria, di Emonia, ossia Città nova in Istria, di Parenzo, e di Pola. Le fu piantato un capitolo di ventiquattro canonici, preceduti dalle tre dignità di prevosto, decano e primicerio, ed assistiti nelle corali uffiziature da dodici mansionarii ed otto cappellani. Fu assegnata al nuovo arcivescovo quella porzione di rendita, che proveniva dai beni situati nel territorio veneziano, ed inoltre una metà delle rendite dell' abazia di Rosazzo, di cui l'altra metà veniva assegnata all' arcivescovo di Gorizia, come a suo tempo ho narrato (2). Furono decorate le dignità e i canonici dell'uso del rocchetto e della cappa magna violacea, ornata di pelli di armellino, ed ai mansionarii e cappellani fu concesso l'uso dell' almuzia. Furono tassate e stabilite le

(1) Nella pag. 538.

Vol. VIII.

(2) Nella pag. 588.

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rendite di ciascheduna delle dignità, dei canonici, dei mansionarii e dei cappellani, a tenore delle intelligenze prese tra il pontefice Benedetto XIV e la repubblica di Venezia. Finalmente fu incaricato il cardinale patriarca DANIELE Dolfin, primo arcivescovo di Udine, di promuovere ed investire canonicamente i nuovi dignitarii o capitolari, che dovevano comporre il nuovo corpo canonicale della piantata archidiocesi. Le quali cose tutte meglio si potranno vedere dal testo della bolla pontificia, che qui soggiungo.

BENEDICTVS EPISCOPVS SERVVS SERVORVM DEI

AD PERPETVAM REI MEMORIAM.

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« Suprema dispositione, cujus inscrutabili providentia ordinationem » suscipiunt universa, in supereminenti apostolicae dignitatis specula, meritis, licet imparibus, constituti, illiusque vices in terris gerentes, qui >> gloriosus regnat in coelis, inter ceteras curas humanis nostris incum» bentes, illam libenter amplectimur, per quam nostrae provisionis ope insignes collegiatae ecclesiae, praesertim in civitatibus nobilibus populisque frequentia conspicuis, dignioribus titulis, scilicet metropolitana>> rum ecclesiarum, illustrentur et condignis favoribus attollantur, cumque >> id statui et decori ecclesiarum ipsarum maxime congruat et nos pro » divini cultus augmento et speciali Christifidelium consolatione convenire >> conspicimus, in his sollicitudinis nostrae partes favorabiliter interpo»nimus, ac opem et operam nostras impendimus efficaces, ut illae per » nostrae vigilantiae ministerium, votivis gratulentur eventibus, et felicia » in spiritualibus suscipiant incrementa.

» § 1. Nos propterea erectioni archiepiscopatus Utinensis hujusmodi » modum et formam imponere, eamdeque eretionem per nos factam apo» stolica auctoritate confirmare cupientes, motu, scientia et potestatis » plenitudine similibus, in civitate Utinensi valde conspicua, ambitus » quinque miliarium circiter, duplici muro circumdata, ac pluribus aedi» ficiis tam publicis quam privatis eximie ornata, populique frequentia celebri, utpote viginti millium circiter habitatorum numero referta, inter » quos plurimae nobiles familiae ex quibus plures quovis tempore tam » antiquae militiae, quam insignioribus equestribus ordinibus adscripti » fuerunt, et in qua, uti gubernator etiam per totam provinciam, praesidet

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